Poliziotto senza pistola



achille serra
Poliziotto senza pistola
bompiani
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Il Prefetto di Roma racconta la sua esperienza di questore a Milano negli anni roventi degli scontri armati, dalla bomba di piazza Fontana ai nostri giorni. Condotto sul filo della memoria, fitto di flashback, di considerazioni personali, di ricostruzioni minuziose di eventi drammatici, questo libro è il romanzo avventuroso di un uomo in prima linea, fra omicidi politici, stragi nere, ferocissima criminalità comune, delitti di forte impatto sociale. In queste pagine fitte di eventi che possono apparire, a chi è troppo giovane per averli vissuti, come i colpi di scena di un noir del genere “hard boiled”, si scontrano le due realtà di un uomo coraggioso che non nasconde le proprie debolezze e di un “poliziotto” straordinariamente umano che si sforza sempre di capire le ragioni dell’altro. Per Achille Serra, protagonista dei momenti più difficili della nostra storia repubblicana, oggi come ieri il dialogo è l’arma vincente di fronte a qualsiasi nemico e la pistola un oggetto superfluo. C’è un solo, purtroppo non piccolo, neo fra queste pagine: troppa retorica e troppe “verità ufficiali soprattutto nelle pagine dedicate agli anni della lotta armata, a dispetto di quanto oggi si dovrebbe pur sapere dalle inchieste e dai processi: dal Pinelli “volato” giù da solo (Serra non ha dubbi) dalla finestra della questura, a Gianfranco Bertoli, “anarchico” venuto da Israele apposta per lanciare la bomba in Questura e farla pagare al commissario Calabresi anche dopo morto. Se non spartisse brutalmente la società in due parti come Mosè davanti alle acque del mar rosso: di qua tutti i buoni dall’anima immacolata e di là tutti i cattivi senza speranza, questo libro sarebbe davvero un documento interessante da leggere e conservare per non dimenticare.

adele marini

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