Un fine giallo psicologico ispirato a una storia vera.
Natalia e Martin, lei italiana, lui tedesco, vanno finalmente a convivere in una cittadina della Germania, dove lei sta facendo un dottorato universitario. Una sera, mentre tornano in bicicletta da una cena, Natalia, rimasta un pochino indietro, viene avvicinata nell’oscurità da un uomo misterioso e raggiunta da uno sputo al volto. Avvisa il fidanzato, che si avvicina all’uomo per chiedere spiegazioni, ma viene brutalmente accoltellato a morte. Da questa tragica vicenda (realmente accaduta nel 2013 a Monaco di Baviera e tuttora in realtà irrisolta) prende le mosse il bel libro di Marco Montemarano, che con fine indagine psicologica ricostruisce i primi momenti della vita di Natalia dopo l’omicidio, intrecciandoli con un’altra “storia”, apparentemente del tutto slegata dalla prima, quella della difficile ma alla fine salda amicizia fra un giovane antichista italiano, romano di borgata, e l’apparentemente algido professore universitario Alexander, che nei suoi strani comportamenti cela dei tragici segreti.
La trama è complessa e sviluppata con frequenti flash back, anche se tutto si snoda secondo una logica ben costruita e assolutamente convincente. Ovviamente, non possiamo svelare molto di più, a pena di far perdere al lettore il gusto di seguire, insieme all’io narrante (il giovane italiano), lo sviluppo dell’intreccio, che oltre all’analisi psicologica dei vari protagonisti, condotta come detto con grande maestria dall’autore, offre anche spunti giallistici molto ben congegnati, anche se solo accennati, legati al difficile dipanarsi delle indagini sull’omicidio di Martin, che si svilupperanno su più fronti.
Il finale ci riserva, oltre che l’inattesa soluzione “letteraria” del giallo, anche la spiegazione del comportamento di “herr professor” Alexander e sottintende un messaggio positivo, con il riaprirsi dei principali protagonisti ad una nuova vita.
Da leggere.
