Centomilioni – Marta Cai



Marta Cai
Centomilioni
Einaudi
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Le anime smarginate di Marta Cai.

Perché forse tu non lo sai, ma lei lo sa eccome, le lotte dello spirito lasciano scorie materiali che per pudore chiamiamo polvere. In ogni singolo oggetto c’è il presente, c’è il passato e, se lo si guarda bene, il futuro.

 Centomilioni è una storia che lacera, urta e scopre i nervi, perché certe vite vorremmo non vederle, non sapere nemmeno che esistono: vite marginali, di persone che non sono riuscite a fare della loro esistenza qualcosa di degno, che si trascinano, annaspano. E molto spesso inciampano. 

Teresa, 47 anni, è una donna sola, vive con gli anziani genitori, fa la professoressa in una scuola per ripetenti. Pagina dopo pagina entriamo nella sua anima, nei suoi gesti, nei suoi pensieri che Cai ci riporta vivi e pulsanti, come se fossimo noi dentro quella carne, sotto la sua pelle. E non può sfuggirci quel senso di disagio, di fastidio per una vita non vissuta, sprecata nella cura di due genitori anziani, e quindi senza prospettive, se non quella di ereditare una casa e un giorno, chissà, quei cento milioni del titolo. 

Ci addentriamo nelle mura di questa casa di provincia, con i suoi rituali polverosi, la spesa al mercato, il fagiano arrosto, la tovaglia cerata, gli armadi innaffiati di naftalina. E ci sembra di essere noi quella donna, che un tempo avremmo chiamato zitella, stretta nella morsa di una madre padrona, tiranna assoluta delle sue giornate, e inforchiamo con lei la bicicletta per andare al lavoro in quella scuola per ripetenti, tra una sigaretta e l’altra- unica libertà adulta che le viene concessa. 

La storia di Teresa è una storia di rinunce, di perdite, di improvvise ribellioni nascoste e fagocitate nell’arco di una giornata. Perché quando nella sua vita fa capolino il bell’Alessandro, capelli biondi, sguardo conturbante, giovanissimo e forse interessato a lei, per la prima volta Teresa si lascia trasportare in un amore che – forse – verrà consumato, ma non sveleremo di più. 

Nella scrittura densa e magnetica di Cai troviamo il cadenzare dei pensieri di Teresa e Alessandro, le loro vite opposte e smarginate, il loro affanno, e ci ritroviamo complici a sperare che accada, o a sperare che no, che Teresa si protegga, perché davvero un ragazzo così giovane può volere una donna che ha perso qualsiasi attrattiva? Non lo sappiamo tutti che queste storie finiscono male, sempre, perché di mezzo ci sono solo i soldi? No, non lo sappiamo, perché Cai ci trasporta in una danza vorticosa in cui il bene e il male non esistono più, in cui esiste solo l’attimo, il desiderio, la vita che brucia, la vita che deve valere la pena di essere vissuta. 

Un romanzo che potremmo definire psicologico, o di “formazione al contrario”, con un alone di inquietudine che lo potrebbe avvicinare alle tinte di un noir. Ma che di sicuro non passa inosservato e rimane dentro per giorni, scavando fino a trovare domande che altrimenti mai ci saremmo posti e a cui daremo risposte inevitabilmente contradditorie. Pagine che dissezionano i sentimenti, scompongono i pensieri, analizzano le intenzioni: in una parola, pagine di vita.

Caterina Nicolis Lundgren

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