“Ha un’aria triste, Santa, un velo bigio negli occhi… Certo quel nome gli calza a pennello. Sembra un inquisitore domenicano, allampanato com’č, secco nel piglio e nei tratti… Scontroso. Chiuso nella sua cattedrale, il mondo lo deve osservare da un campanile…”
Queste sono le parole con cui il commissario di polizia Aiello descrive a sua moglie Cornelio Corvo, giovane professore ordinario presso l’Universitŕ degli studi di Bologna.
Luminare della criminologia, eppure dubbioso della soliditŕ dei confini tra bene e male, Corvo č un uomo inquieto, solitario, che vive all’ombra della sua fama e di quanto gli č stato lasciato in ereditŕ in termini di ricchezza, prestigio e relazioni influenti, da un padre superbo e autoritario, nauseato dall’ambiente che lo circonda e di cui č parte.
Eppure, di fronte al verificarsi di due decessi accidentali, che secondo il commissario accidentali non sono, Aiello va proprio da Corvo per chiedergli aiuto.
In una Bologna che si scopre sempre piů intollerante verso marginali, stranieri e outsiders č all’opera un omicida seriale che miete le sue vittime nell’ambiente dei punkabbestia: il numero di morti cresce nel volgere di pochi giorni, l’ipotesi iniziale diventa una certezza, e la bizzarra coppia di investigatori si ritrova sempre piů coinvolta nella ricerca del responsabile degli omicidi.
Cosě, mentre scorre la primavera e bussa alla porta la torrida estate emiliana, il luminare e il poliziotto si muovono tra le strade e le piazze del centro storico nel tentativo di raccogliere e ordinare i frammenti di una storia che si perde nel passato cittadino, dentro un labirinto di codici e linguaggi tracciati nei secoli da regolo, piombo e compasso; una ragnatela che ha saputo resistere al tempo, dentro la quale ha preso corpo un progetto omicida che scuote un presente sonnacchioso e abulico di una cittŕ, Bologna, che č la vera protagonista di questo romanzo d’esordio di Mattia Bernardo Bagnoli.
