Il sergente Logan McRae, ora in forza agli affari interni,viene chiamato sul luogo di un fatale incidente stradale.
Il morto è Duncan Bell, ex ispettore di polizia. Ispettore che per tutti era morto suicida ed era stato sepolto due anni prima con tutti gli onori.
Perché si era finto morto? Perché è tornato? Perché nel suo baule ci sono una pala e un piccone?
Come non bastasse, pochi giorni dopo muore suicida una detective che stava indagando sulla scomparsa di alcuni bambini e sull’esistenza o meno del famigerato “mercato del bestiame”, un luogo itinerante dove si possono comprare e vendere bambini rapiti.
Perché si è uccisa, cosa aveva scoperto?
Molte sono le domande a cui la squadra di Logan deve dare una risposta e anche in fretta, perché ci sono vite da salvare prima che sia troppo tardi.
Strade insanguinate è il nuovo libro di Stuart MacBride ambientato nella sua grigia e granitica Aberdeen, in cui tornano tutti i protagonisti della serie di Logan MaRae e quindi anche la favolosa Roberta Steel, ancora degradata a detective ma in attesa di riscatto.
Anche questa volta l’autore non risparmia nulla al lettore: scene cruente,sangue, violenza e temi forti ma , come sempre la sua lingua tagliente, il suo umorismo dissacrante e la sua voglia, in fondo di giocare, riescono a controbilanciare la durezza delle immagini.
Certo è un umorismo irriverente, un sarcasmo affilato, che emerge nelle battute che mette in bocca ai poliziotti, nei dialoghi fulminati, nei soprannomi che affibbia finanche nelle descrizioni dei paesaggi.
Esilaranti sono come sempre i battibecchi con Roberta Steel, che lui ha inserito nella sua rubrica sotto il nome di “orribile Steel”, dialoghi che per buona parte del libro avvengono via sms e riguardano le loro due figlie che Logan chiama “mostriciattoli”.
La dolcezza di Logan è riservata al suo gatto, con il quale intesse simpatiche conversazione unilaterali ( ricordiamoci che MacBride è un gattaro appassionato).
Strade insanguinate è l’ennesima riconferma della bravura di un autore che sa fare le cose molto seriamente senza però prendersi troppo sul serio e che riesce a raccontare le brutture, le violenze e le paure del mondo con una voce unica e piena di umorismo e leggerezza che non è mai e poi mai banalità.
Un unico dubbio mi assilla: ci sarà dell’umorismo e del gusto per l’esagerazione anche nella descrizione dei cibi che mangiano i protagonisti o sono,purtroppo vere “prelibatezze” scozzesi?
Strade insanguinate – Stuart MacBride
Cristina Aicardi