Chi ha peccato – Anna Bailey



Anna Bailey
Chi ha peccato
Feltrinelli
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Sulla copertina del romanzo d’esordio di Anna Bailey c’è una chiesa, però l’immagine è capovolta. La croce, che dovrebbe svettare sovrana, è sospesa, nemmeno tocca la base. Le fondamenta fluttuano in cielo, immerse fra le nuvole. Tutto appare stravolto: artefatto. Quanto pericolosa può essere la parola divina, se male interpretata? Dato che il messaggio è questo, la figura è azzeccata.
Ci sono certe piccole città di provincia in cui vige un clima claustrofobico e la diversità è bandita. Whistling Ridge, in Colorado, è una di queste. “Prende il nome dal fischio del vento che scende dalla montagna, e a Dolly l’idea era sembrata romantica”. Dolly è la madre della vittima, che da giovane pensava di avere un futuro roseo davanti. Invece…
La diciassettenne Abigail Blake scompare misteriosamente durante un falò alle Tall Bones, il luogo suggestivo dove si incontrano gli adolescenti del posto per fare festa. Sparisce dopo essersi inoltrata nel bosco, al buio. A Emma, la sua migliore amica, resta il rimorso di non averla dissuasa. Di non avere capito il suo tormento interiore. Con chi si doveva incontrare? 
È come se Abi avesse avuto una doppia vita, un mondo alternativo da scoprire. Davvero faceva uso di droga? A Whistling Ridge i ragazzi non si risparmiano, in fatto di utilizzo di sostanze stupefacenti, però Emma non ci crede.
Ben presto si scopre che in quella cittadina molti nascondono torbidi segreti. Tutti sono peccatori, come li definisce con assai poca indulgenza ogni domenica il pastore Lewis, che così facendo cosparge fra i fedeli il seme dell’intolleranza. Egli distorce il significato delle parole della Bibbia, creando un clima di fanatismo. Di odio nei confronti degli stranieri e degli omossessuali. Un tessuto di arretratezza che si taglia col coltello!
Tra un prima e un dopo la scomparsa di Abi, che sono i due registri temporali di cui si serve l’autrice per portare avanti la storia, il thriller diventa un dramma familiare. Facciamo infatti la conoscenza di un padre-padrone oltremodo violento, al cospetto di una madre passiva, Dolly. E di due fratelli completamente soggiogati, cresciuti all’ombra della sorella Abigail. Non di certo idilliaci, questi Blake, che però nel clima bigotto del paese non sono un caso isolato. 
Emma cerca strenuamente d’indagare sulle sorti dell’amica, poiché le forze dell’ordine appaiono troppo rilassate. Ma si scontra con un muro d’odio e di omertà, dato che lei ha origini messicane. Sono razzisti, a Whistling Ridge, c’è poco da dire!
Sospetti e bugie abbondano, perché in questo romanzo nessuno è innocente. Rabbia e risentimento prendono il sopravvento in più di un’occasione, fino a giungere a conseguenze estreme, che faranno precipitare tutto.
In particolare, il senso di colpa la fa da padrone. La narrazione è credibile e appassionante.
Chi ha peccato mette sulla carta personaggi dannati in cerca di una verità. Conoscere la sorte di Abigail Blake diviene strada inevitabile verso la redenzione.

Cristina Biolcati

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