La formula Stradivari



Inaki Biggi
La formula Stradivari
Nord
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Tutti conoscono Antonio Stradivari, il grande liutaio cremonese, e i suoi famosissimi e preziosi violini. Forse però in pochi sanno che la fortuna di Stradivari si deve in gran parte ad un misterioso mecenate. La premessa da cui prende il via questo thriller spagnolo è quella che il liutaio avesse ricevuto il denaro necessario ad aprire la sua bottega dietro la commissione di 12 violini del tutto speciali, dal misterioso quanto impressionante potere soprannaturale.
Tutti, o almeno molti, conoscono poi il particolare interesse che i Nazisti nutrivano per l’esoterismo, e in particolare per i metodi soprannaturali per acquisire potere. Naturale che la storia dei violini e dei loro straordinari poteri giungesse alle loro orecchie, tanto da incaricare una sezione dell’Ahnenerbe di ritrovare gli esemplari perduti.
Ora, dopo sessant’anni dalla fine della guerra, alcuni di quei nazisti sono ancora in vita e dediti alla loro missione. Alla loro collezione mancano solo pochi violini e, ovviamente, sono disposti a tutto, anche ad uccidere, pur di averli.
Ovviamente, però, c’è chi cerca in tutti i modi di impedirglielo. Un vecchio rabbino per esempio, membro del gruppo di Simon Wiesenthal. Un altezzoso ma onesto medico svizzero. E un commissario di Polizia spagnolo, desideroso di acciuffare i responsabili delle morti violente che man mano i preziosi violini si lasciano alle spalle.
Insomma, un thriller con tutti gli elementi per divertire il lettore senza farlo pensare troppo. Una lettura di puro svago, alla quale neppure il tema ormai sviscerato in mille salse dell’Olocausto riesce a dare troppa profondità, ma che in fondo, se presa per quello che è, può regalare momenti piacevoli soprattutto agli amanti dell’azione, dei complotti e delle cospirazioni. 

Davide Schito

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