Missione in Alaska



mykle hansen
Missione in Alaska
meridiano zero
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Marv Pushkin è a capo della Comunicazione Creativa, Condottiero Aziendale, Leader di Uomini di una multinazionale americana. Ama smodatamente il suo Suv. Purtroppo ora il suo macchinone è sopra di lui. Non lo schiaccia fino a ucciderlo, ma gli impedisce molti movimenti. Soprattutto uno: tirare dentro i piedi. Sì perché un orso ormai glieli ha rosicchiati quasi tutti. Poco male, se ne farà impiantare di nuovi o, all’occorrenza, di già usati. L’importante è che non siano di un nero perché sai l’estetica poi dove va a finire. Marv Pushkin ha una fonte di godimento personale: Marcia. Che però non è sua moglie. Sua moglie Edna, ne è certissimo, è la fonte di un suo collega. Ma soprattutto Marv Pushkin detesta la natura. Quella dell’Alaska in particolare, dove si trova ora male in arnese. Proprio non capisce come l’Homo sapiens non sia riuscito ancora a completare il suo totale controllo sulla natura e su ogni essere non umano. E il convincimento diventa man mano più forte, perché se continua così lui lascia la pellaccia all’orso, invece del contrario. E proprio per il contrario lui si era dato a un’escursione in Alaska.

Missione in Alaska è il primo romanzo di Mikle Hansen (sangue americano a dispetto del nome) che abbiamo modo di conoscere. Scrittore e batterista, è rappresentante di quel nuovo filone della letteratura americana che passa sotto il nome di bizzarro fiction, dove al profilo surreale della situazione narrata fa da compendio una precisa presa di posizione su un elemento del nostro vivere moderno. Un genus letterario in cui si potrebbe fare entrare Gordon Houghton (benché inglese), autore de L’apprendista, tanto per fornire un minimo punto di riferimento.

Ci si diverte, e tanto, in Missione in Alaska. Orsi che divorano uomini e li trovano croccanti; esseri umani che si smembrano a colpi di parole; spari, uccisioni e sangue sulla neve; animali che organizzano fior di resistenza e assalti per depredare i fucili. Una guerra insomma. In cui a un certo punto non è più così chiaro chi è contro chi e quali sono i compagni di cui ci si può fidare. Marv Pushkin sta con se stesso, questo è assodato. Si è segnato i nomi di chi deve far fuori. C’è qualcuno che vuole raccogliere la sua nerissima richiesta d’aiuto?

corrado ori tanzi

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