Il sanatorio – Sarah Pearse



Sarah Pearse
Il sanatorio
Newton Compton
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Quello pubblicato da Newton Compton Editori è un thriller che ha tutti gli ingredienti per appassionare il lettore. L’autrice è l’inglese Sarah Pearse, vissuta per alcuni anni in Svizzera, qui alle prese col suo primo romanzo. Il sanatorio del titolo è stato un centro per la cura della tubercolosi, prima dell’avvento degli antibiotici, ai giorni nostri trasformato in un resort di lusso. “La posizione impervia era stata scelta appositamente, in modo da tenere i pazienti affetti da tubercolosi lontani dallo smog delle grandi città. E al tempo stesso per tenere la popolazione sana separata dai malati.” 

Le Sommet, situato sulle Alpi svizzere a 2200 metri, è la meta impervia dove si reca Elin Warner per festeggiare il fidanzamento del fratello Isaac. Una trentaduenne che si è presa una pausa dal suo lavoro di detective, a causa delle crisi di panico che si è trovata a vivere dopo un’esperienza negativa in polizia. Un luogo completamente isolato, in cui lei arriva col suo compagno Will durante una bufera di neve piuttosto violenta. Il rapporto difficile e non risolto col fratello non farà che aumentare la sua ansia, anche perché l’ex sanatorio conserva ombre che s’allungano sugli ospiti, come una patina di sofferenza che ammorba l’ambiente, per quanto abilmente ristrutturato in hotel modernissimo. Un luogo dove si avverte ancora l’eco di una passata afflizione, sempre presente nell’aria.

Come non bastasse, la promessa sposa scompare. E una valanga, caduta più a valle, contribuisce a isolare del tutto la struttura. Per cui, quando anche un’altra donna dell’albergo sparisce e poi viene ritrovata cadavere, i soccorsi non possono arrivare. 

Elin dovrà fare appello a tutto il suo antico coraggio, per dipanare la matassa, in quanto unica forza di polizia presente sul posto. In quei vani oscuri si nasconde un assassino spietato, che intende colpire bersagli specifici, poco alla volta. E fermarlo diventerà l’unico scopo, sebbene la situazione pericolosa e la verità dura da accettare.

Sarah Pearse mette tanta carne al fuoco. Tematiche importanti come quella del difficile rapporto fra consanguinei; degli esperimenti medici illegali praticati in passato; del panico che attanaglia la mente traumatizzata coi suoi meccanismi di difesa. Il ritmo è incalzante, così come la ricerca al colpevole diviene serrata. Il colpo di scena finale non manca, fosse stato un po’ meno “caotico” Il sanatorio sarebbe stato davvero un thriller dal meccanismo perfetto. Quando però si ha a che fare con uno spazio claustrofobico, popolato da un nutrito numero di persone su cui incombe un grave pericolo, è difficile essere fino in fondo credibili. È arduo mantenere il fatto criminoso di pari passo col piano introspettivo, avere cura di tutto. E ci è riuscita in maniera magistrale Agatha Christie in Dieci piccoli indiani, per intendersi, ma lei era un colosso!

Penso quindi che alcune “ingenuità” nei dialoghi siano da attribuire alla poca esperienza dell’autrice. Sarah Pearse avrà comunque modo di rendere tutto perfetto nel prossimo episodio, perché sentiremo ancora parlare di Elin Warner. Gli estimatori del thriller apprezzeranno: le basi ci sono e l’autrice è dotata di una grande fantasia. Essendo meno dispersiva, saprà regalare brividi a non finire. 

Cristina Biolcati

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