Città di polvere



Romano De Marco
Città di polvere
Feltrinelli
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È tornato da poco in libreria per Feltrinelli Romano De Marco con Città di polvere, secondo episodio della serie Nero a Milano.
E anche in questo secondo episodio, o storia che dir si voglia, dopo Io lo troverò, finalista a Courmayeur, De Marco non si smentisce.
Lui il giallo noir lo sa costruire, renderlo credibile, nonostante gli inevitabili e roboanti colpi di fiction, e raccontare bene. Molto bene. Definirei i suoi romanzi in costante e continua crescita. E i suoi personaggi con lui. Man mano che vanno avanti, si precisano, si diversificano, diventano quasi esseri umani pensanti per loro conto. Stavolta ha scritto un romanzo che definirei corale, con i diversi punto di vista, personalità e carattere dei tre principali protagonisti Marco Tanzi, Luca Betti e Laura Damiani con le loro umane forze e debolezze, che si scambiano e si alternano, passandosi il testimone quasi capitolo per capitolo.
Il grosso della trama lo lascio volentieri ai lettori. Qualche anticipazione però non guasta ed eccola qui!
Siamo in una Milano sotto assedio o quasi, coinvolta crudelmente nella guerra tra organizzazioni criminali per la conquista del mercato della droga.
Una nuova associazione a delinquere sudamericana ha deciso di sfidare in città la ndrangheta calabrese che controlla da anni il mercato della cocaina. Vogliono immettere sul mercato la “green inferno”, una metanfetamina dagli effetti collaterali devastanti (e purtroppo roba del genere deve essere già in giro a giudicare dalle cronache e dai telegiornali degli ultimi giorni).
La guerra si apre con una sanguinosa rapina in una banca del contro che innesta una folle escalation di violenza. E purtroppo la polizia gioca pesantemente nella partita, perché un suo funzionario, Matteo Serra, commissario capo della squadra antidroga, è nel libro paga del clan dei calabresi.
Il procuratore Salvemini sceglie di infiltrare Marco Tanzi, una tempo il miglior poliziotto di Milano, finito in galera per un errore fatale, poi divenuto clochard e riscattatosi solo per salvare sua figlia, nel carcere di Canton Mobello a Brescia, ritenuto il più pericoloso d’Italia e dove è finito Pession, contabile della mafia, per violenza sessuale su minorenni. L’indagine è segretissima, Salvemini spera di ottenere informazioni preziose e trovare anche il modo di incastrare definitivamente Serra. Ma la missione è molto pericolosa e invano Luca Betti ha tentato di dissuadere l’amico Tanzi.
Si va avanti a leggere, in un crescendo di suspence, azione e serrati colpi di scena fino alle ultime pagine.
Romano De Marco ha approfittato di Città di polvere per enumerare alcuni dei gravi dilemmi italiani legati alla tutela dell’ordine pubblico, alla corruzione, alla condizione di vita nelle carceri e alle tante e continue problematiche che deve affrontare la giustizia.
Ha affidato alla polizia ruoli di primo piano, come a Daniela Boschi, “il buono” a 180°, questore di Milano, una donna con sulle spalle venti anni di lotta alla camorra e al “supercattivo” il perfido ed elegantissimo Matteo Serra, fosco capo dell’antidroga.
E ci ha servito su un piatto di piombo una storia d’azione violenta, dove si alternano speranze, sogni e delusioni con una Milano nerissima, feroce e spaventosamente credibile à mo’ di perno centrale, da cui si diramano troppi raggi.

Patrizia Debicke

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