Come bestie ferite



Luca Bonzano
Come bestie ferite
Todaro
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Cosa potrà mai legare una professionista del poker, un ispettore di Polizia sfigato in amore, un killer amorale ed un camorrista in cerca di vendetta? La causa incidentale è Mattia, un bambino di cinque anni, che muore alle tre di notte correndo in strada, fuori da casa dietro a un pallone rosa, o almeno pare, e viene investito da un’auto. Perché Mattia correva come un pazzo? E perché chi stava al volante non si è fermato? Non l’aveva visto? Un pirata della strada? Magari ubriaco fradicio? E comunque omicidio colposo con omissione di soccorso? Oppure?

Le cose si complicano  per l’ispettore, un trentaseienne sfigato, depresso e rancoroso (si appura subito perché è stato abbandonato dalla sua Rachele per la quale si è trasferito tra i monti della Lunigiana) e per il suo vice, il sovrintendente capo Marietti perché si scopre che la madre del piccolo, la signora Sironi, è stata drogata, messa fuori uso insomma da un ladro. O da chi? E il padre del povero Mattia torna dal Messico dove era appena andato in vacanza a fare surf… Ma era una vacanza la sua? Mah? Il signor Amedeo Sironi. che dovrebbe essere un piccolo imprenditore locale, si rivela invece uno strano personaggio da prendere con le molle. E che vuole darsi da fare per scoprire chi ha ammazzato suo figlio.
Tess, la bella professionista del poker, ha perso la memoria e il suo collega e compagno Mario ha qualcosa da nascondere… Poi per complicare ancor più la situazione c’è un certo Ciro, un camorrista psicopatico in cerca di vendetta, deciso a regolare i conti con il passato che viene raggiunto da un compare…
A conti fatti, saltabeccando tra la Lunigiana, il Messico e Milano, servendosi spesso del poker come inquietante leit-motive, Bonzano, senza privarsi di un richiamo e una condanna degli anni di piombo, ci appassiona a un intelligente e incisivo romanzo noir, celebrato da una scrittura corale con i diversi personaggi che, capitolo su capitolo e talvolta paragrafo su paragrafo, si passano il testimone. Narrazione asciutta e decisa che convince e coinvolge.
Alla fine Milano, terreno fertile per operazioni criminose con le sue centrali di facciata che coprono quelle operative delle mafie, farà da cornice al gran finale con il botto. Dove le cose si aggiusteranno in qualche modo tra colpevoli innocenti e innocenti colpevoli.
Mi è stato detto che l’ispettore ( Bonzano in 360 pagine, ci rivela maliziosamente solo il suo nome: Luca) tornerà con un po’ di altri personaggi. Molto bene, io li aspetto!

Patrizia Debicke

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