Jo Nesbo – Il coltello



Jo Nesbo
Jo Nesbo
Einaudi
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Che la sveglia non suoni, per favore.
In tutto quello che faccio, cerco sempre di essere vigile, cosciente, sveglio. No, non ho problemi di insonnia esistenziale, è solo l’ostinata necessità di non sprecare la vita. Per riposare ci sarà sempre l’ultima dimora, quindi tanto vale dormire prima del dovuto ma, per quanto non manchino i buoni propositi e il caffè, talvolta l’universo – o chi per esso – decide di mettermi in castigo, obbligandomi ad andare a letto senza cena.
Non scivolo subito nel sonno perché sono un bambino esuberante, oppure ho un’eccessiva dose di zuccheri da bruciare ma, com’è come non è, alla fine crollo anche io e appoggio la testa sul cuscino.
Non si può restare lucidi sempre, talvolta è meglio dormire e sognare, specie se inciampiamo in perdite irreversibili che possono sgonfiarci come un palloncino bucato o rimaniamo impigliati in orrori inaspettati che possono scheggiare i nostri ragionamenti o, addirittura, frantumare del tutto la nostra identità.
In questi casi è utile che la sveglia non abbia fretta di suonare, perché al risveglio bisogna essere in forza per rielaborare una realtà troppo crudele.
Il coltello di Jo Nesbo è il dodicesimo capitolo dedicato a Harry Hole, un personaggio turbolento sempre in bilico che è riuscito ad attirare l’attenzione di molti appassionati di letteratura crime.
Harry ha trovato rifugio in un buco a Sofies gate e ha ricominciato a bere da quando Rakel lo ha cacciato di casa. Nell’appartamento in cui vive l’arredamento è ridotto al minimo, a riempire un po’ il vuoto che sente dentro c’è un divano letto e moltissime bottiglie di whisky vuote. La sua esistenza si prosciuga nell’incoscienza di una quotidianità etilica sino a quando una domenica mattina si risveglia da una sbornia colossale, ricoperto di sangue.
Questo nuovo romanzo ha il sapore di una resa dei conti, un punto di svolta, in cui il male sembra essersi impadronito di Harry, trasformandolo in un mostro.
In parallelo a un’indagine per un delitto in una stanza chiusa, molti dei personaggi presenti nella trama sono costretti a superare la claustrofobia di alcuni traumi subiti, dovendosi risvegliare da una condizione di dormiveglia.
Seppure negli anni ci siano stati alcuni alti e bassi nella produzione letteraria, anche questa volta Nesbo propone un’opera che va più in profondità di alcuni evidenti pregi e difetti – spesso eccessivi – del super poliziotto norvegese.

Mirko Giacchetti

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