Cospirazione Caravaggio



Alex Connor
Cospirazione Caravaggio
Newton Compton
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«Silenzio. Trattieni il respiro. Ascolta.»
Si ritrae nell’oscurità dell’androne, lontano dal raggio di luce proiettato dal suo inseguitore, che è fermo all’imboccatura del vicolo, con la torcia in mano. Non può aver perso le sue tracce. L’ha colpito. Ne è certo. Ha sentito il coltello affondare dentro la mascella di quell’uomo. L’ha colpito.« Ma quanto forte? Abbastanza da ucciderlo?»
Un incipit magistrale che da solo giustificherebbe la scalata alla classifica vendite nella Narrativa Straniere per Cospirazione Caravaggio, avvincente romanzo su due piani temporali della scrittrice britannica Alex Connor che vive a Brighton, autrice di thriller e romanzi storici, perlopiù ambientati nel mondo dell’arte, bestseller nel suo paese e in cima alle classifiche di vendita.
La presentazione del libro conclama ad alta voce: La storia del pittore maledetto sta per essere riscritta… Quale codice è nascosto nell’ultima tela di Caravaggio?
Nel 1608, Michelangelo Merisi da Caravaggio, il controverso grande artista del suo tempo, viene espulso dall’Ordine dei Cavalieri di Malta per aver commesso un ennesimo crimine. Perché? Non si dovrà mai saperlo. Ma l’anatema lanciatogli dal Gran Maestro, lo costringe a nascondersi sempre in attesa della lama di un sicario…
La Natività con i santi Lorenzo e Francesco D’Assisi e il Ritratto di Cortigiana o Ritratto di Fillide Melandroni (amante e modella dell’artista): sono due capolavori perduti di Caravaggio. Il primo è stato rubato a Palermo dalla Mafia nel 1969, e purtroppo finora mai ritrovato, il secondo è andato distrutto nell’incendio della Flakturm Friedrichshain di Berlino nel maggio del 1945.
Così scrive la storia; ma se invece all’improvviso si scoprisse che i due celebri dipinti non sono perduti per sempre, ma nascosti in attesa di essere recuperati e venduti a prezzi da capogiro?
Con questa suggestiva ipotesi Alex Connor costruisce la trama di Cospirazione Caravaggio, un thriller affascinante che viaggia tra il confine dell’avidità dell’animo umano e il fascino della storia dell’arte, facendo rivivere nelle sue pagine un grande artista dall’animo tormentato con la biografia oscurata da foschi misteri.
Nel 2014, più di cinquecento anni dopo, Jacob Levens, famoso gallerista e spericolato commerciante di quadri e oggetti antichi scopre a Londra, nella bottega d’arte dei gemelli Weir, suoi colleghi e compagni di operazioni al limite della legalità, i cadaveri dei proprietari. La scena è raccapricciante: Benjamin e Sebastian Weir nudi e legati con il fil di ferro, sono stati brutalmente torturati, con la bocca orrendamente sigillata da colla di coniglio, gli scalpi rimossi e scambiati come se l’assassino volesse farsi beffe di loro e, estremo e ultimo spregio, hanno otto chiodi ciascuno conficcati nei genitali. Chi può aver commesso un crimine tanto atroce? E perché? La polizia brancola nel buio, ma l’investigatore privato Gil Eckhart, nerboruro esperto d’arte, convocato dal vecchio amico semi alcolizzato Jacob Levens, potrebbe avere la pista giusta: il delitto Weir ricorda un altro raccapricciante duplice omicidio, marito e moglie mercanti d’arte anche loro, avvenuto a Berlino sette anni prima, con le stesse modalità e sempre gli stessi otto chiodi. Cosa vogliono dire? E, se non bastasse, Alma Huber, la donna allora barbaramente uccisa e mutilata a Berlino era la sorella di Levens. Mentre tutti i fantasmi del passato di Eckart si riaffacciano, costringendolo a tornare in azione, uno perfetto sconosciuto, un certo Luca Meriss, dichiara sul suo blog di essere un discendente di Caravaggio e di sapere dove si trovano i due capolavori del Maestro: Il ritratto di Fillide Melandroni e la Natività, da tutti creduti perduti. Cosa vuole Luca Meriss. Ḕ una coincidenza questa sua rivelazione arrivata dopo il delitto? L’uomo è un mitomane o sa veramente come riportare alla luce un tesoro? Certo è che un filo rosso pare collegare le vittime, tutti galleristi di successo, a quei dipinti. E l’assassino colpisce ancora implacabilmente.
Non dirò una parola di più, a voi intraprendere un viaggio spazio-temporale da cardiopalma.

 

 

Patrizia Debicke

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