Quando leggi il romanzo di una persona che stimi è complesso esprimere un giudizio, senza che entri in scena, prepotente, la componente dell’empatia. Ma quello che posso anticipare, prima di entrare nei dettagli, è che, pur nascendo come YA, “Tutto quello che siamo” è un romanzo che ogni adulto dovrebbe avere sul comodino.
E’ impossibile staccarsi dalle vicende di Marina, la sua protagonista, fin dall’incipit.
“Chiunque vi dica che avere diciannove anni sia una cosa fantastica è un imbecille. E lo dice perché non si ricorda com’era avere quell’età. Non si ricorda come ci si sente a essere costantemente arrabbiati, confusi e diversi.”
Si dice che l’infanzia sia la cartina di tornasole degli adulti che saranno. Ma cosa accade in una famiglia in cui grandi eventi scompigliano il naturale andamento della vita domestica? In cui la presenza materna scompare per cause di forza maggiore. In cui il padre è circuito da una matrigna molto più giovane. Cosa succede, quando i sogni si scontrano con la realtà della malattia? E cosa accade, quando il timone è in mano a genitori confusi e immaturi?
Succede che i figli perdano la bussola, con tutte le difficoltà connesse.
La Bosco non ha paura di affondare le unghie in quel delicato momento dell’adolescenza e in quel particolare microcosmo di una famiglia piena di difficoltà. E questo fa di “Tutto quello che siamo“, una “favola contemporanea”, come il Piccolo Principe, che ricorre, sotto forma di cameo all’interno.
Il romanzo è un dipinto commovente sulle contraddizioni dell’adolescenza. C’è Dario, il migliore amico ribelle che si caccia sempre nei guai. C’è Christo, un rasta brasiliano che rappresenta l’archetipo della protesta. C’è Ginevra, attratta dagli uomini che potrebbero essere suo padre. C’è Dario, e il suo segreto. C’è Filippo, il fratellino di nove anni che è la speranza della sorella maggiore. E poi ci sono gli adulti. Tutti ruotano intorno a Marina, la protagonista, dalla vita complessa. Orfana di madre, costretta a sottostare alle angherie di un padre padrone coltiva il sogno di frequentare l’Accademia delle Belle Arti. Un lavoro part-time da cameriera per non gravare sulla vita dei suoi, un amore sbagliato e finalmente Nicholas, writer dal cuore d’oro. Che ha tutte le carte in regola…tranne una.
Con il suo consueto stile, fresco e trascinante che non si perde negli orpelli della retorica, la Bosco regala un affresco dell’età più bella ma anche più difficile. Quella in cui le crisalidi dell’infanzia spiegano le ali diventando adulte.
Un libro a tratti commovente, spesso ironico, a volte difficile. “Tutto quello che siamo” è un libro che resta addosso. Come la vita: un mistero da svelare giorno dopo giorno.
Bea Buozzi