Può un hashtag su twitter diventare un libro? David Mitchell ci è riuscito e I custodi di Slade House ne è la dimostrazione.
Cinque racconti ambientati a nove anni di distanza uno dall’altro,dal 1979 al 2015, tutti legati alla misteriosa Slade House, un’antica dimora nascosta dietro una porticina di ferro in Slade Alley, che appare ogni nove anni in una particolare serata, l’ultimo sabato di ottobre. Non tutti hanno la sfortuna di poterla vedere, solo alcuni ospiti ” speciali” sono loro malgrado ammessi.
La casa offre ai malcapitati che vi entrano tutto quello che desiderano, riempie i loro vuoti affettivi, esaudisce i loro desideri, perché gli abitanti di Slade House sanno leggere dentro l’anima e non solo…
Pur facendo largo uso di atmosfere gotiche e pescando a piene mani dagli stereotipi dell’horror ( ambigui ritratti su scale cigolanti, soffitte polverose e case maledette) Mitchell, da esperto e maestro del genere, è riuscito a creare un libro che indaga e affronta temi complessi come l’eterno dualismo tra bene e male, il desiderio di immortalità, mostrandoci anche la fragilità delle vittime, di coloro che hanno subito una perdita, la sensazione di solitudine e il desiderio di essere accettati, la brama d’amore.
Un libro che esce dai “limiti” del genere e che può piacere anche al lettore che non frequenta abitualmente l’horror.
I custodi di Slade House
Cristina Aicardi
