Dove è sempre notte



John Banville
Dove è sempre notte
Guanda
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Christine Falls era una ragazza normale nella Dublino degli anni ’50 con l’unica sfortuna di morire di parto senza avere un marito. La bambina nata viene data in affidamento ad un orfanotrofio oltre atlantico, a Boston.
Quirke è un anatomopotologo che durante una festa serale in ospedale decide di prendersi un momento di pausa e lo cerca nel suo studio.
Cos’hanno in comune?Apparentemente niente, ma quando Quirke entra nel suo studio e vede suo cognato alle prese con la cartella clinica di un cadavere di cui non sapeva dell’esistenza e che invece è nel suo studio, la loro storia si incontrerà indissolubilmente.

Quirke infatti capisce che la cartella clinica della ragazza è stata manipolata per non far sapere che è morta di parto e vuole saperne di più, ma il cognato è irremovibile e non dice una parola su questo segreto. L’unica strada che gli rimane è l’indagine per contro proprio. Qualcosa però va storto e la sua fonte di informazioni (una donna amica di Christine) viene trovata morta in seguito a quella che sembra una banale aggressione per rapina. Prima di morire però la donna riesce a spedire il diario di Christine a chi ne saprà fare buon uso. E che però non è Quirke.

Il seguito delle indagini lo porterà ad indagare sull’orfanotrofio americano e lì scoprirà il segreto di Christine e della propria famiglia.
Banville con questo libro mette insieme molti elementi dell’Irlanda cattolica, soprattutto degli anni ’50, e dell’America di quegli anni. Le apparenze in questo caso giocano un ruolo fondamentale e i personaggi positivi si ritrovano interiormente molto negativi, mentre quelli negativi non lo sono proprio del tutto. La positività è infatti solo esteriore come la loro fede che in apparenza volta al bene comune si rivela essere una degenerazione del bene e finisce con l’assomigliare sempre più al male.

stefano favaro

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