Interludio. Una storia di guerra



Niccolò Capponi
Interludio. Una storia di guerra
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Conosciamo tutti Niccolò Capponi come il grande storico, mago della battaglie, rigoroso narratore e allo stesso tempo il gustoso dissacratore dei tempi buoni o bui che furono, ma vi confesso che mi è piaciuto scoprirlo come l’autore di un coinvolgente romanzo storico ambientato nel 1944, a Ferragosto nella polverosa e bruciante calura dello scarno paesaggio alle pendici dell’ Appennino Tosco Emiliano.
Roma è già stata liberata dagli alleati, i tedeschi sono stati sconfitti a Cassino e si stanno lentamente ritirando oltre gli Appennini, attestandosi lungo la Linea gotica che verrà definitivamente superata dagli alleati solo ad aprile del 1945.
Nell’agosto 1944, in un’Italia spezzata in due, dilaniata dalla guerra, una strana occasione, che provoca il casuale incontro di tre combattenti nemici e amici, provenienti da paesi diversi, porterà a impensabili sviluppi. Infatti cultura, bellezza e musica, riscoperte e vissute insieme, costringeranno ognuno di loro a mettere in dubbio le proprie radicate convinzioni.
Avvalendosi di una cornice reale, ma scegliendo il ritmo e la trama di una fiction, in Interludio Niccolò Capponi ricostruisce una bella storia romanzata, con i suoi tempi, le sue pause, i suoi colpi di scena e che in più sa offrire anche svariati piani di lettura. Una storia che, in tante sue pagine, introduce un sottile richiamo a importanti episodi bellici del passato allora come ora motivo di studio e interpretazione per chi intenda diventare un ufficiale, nonostante l’immane differenza delle pur crudeli guerre di un tempo con i vigliacchi attacchi terroristici e i premeditati e barbari massacri dei nostri giorni,
Un mondo quello descritto in Interludio diverso, pervaso di cavalleria, fatto di regole di tradizioni, di rispetto per gli altri e di educazione, qualità che purtroppo è quella che più si è dimenticata e si continua a dimenticare ai nostri giorni. E invece spesso la realtà si nutre anche di immaginazione e solo un certo immaginario collettivo può portare a maggior concretezza nella vita.
Due parole per delineare la trama: un attacco seguito da una serie di esplicativi flash back che ci portano indietro nel tempo, dai nostri giorni al 1944 e ancora indietro in Spagna facendoci rivivere i cruenti scontri e gli orrori perpetrati dai contendenti dalle due parti della guerra civile.
Un ufficiale tedesco ferito, unico superstite della sua piccola squadra di carristi, raggiunge un castello, o meglio un piccolo insediamento fortificato fatto di una villa ottocentesca, una torre e una cappella. Là chiederà un bicchier d’acqua al proprietario, un signore invalido.
Ma in quel momento arriveranno al castello anche un inglese e un polacco armati. Tuttavia la loro irruzione sarà vana e le loro armi da guerra sequestrate. E, incredibilmente, il tedesco sarà curato e lui e gli altri due trattenuti, rivestiti e ospitati dal proprietario del castello Michele Bentaccordi, un uomo che pare un personaggio di altri tempi, da Pilar la sua splendida moglie spagnola che suona meravigliosamente l’arpa e dal loro famiglio Jago, un rivale al quale Bentaccordi ha salvato la vita…
E dopo una lunga giornata trascorsa in loro compagnia, per i tre giovani nemici nulla potrà mai più essere come prima.

 

Patrizia Debicke

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