La figlia del fuorilegge



Maria Venegas
La figlia del fuorilegge
Bollati Boringhieri
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La brevissima biografia di Maria Venegas, citata nell’aletta, ci racconta che l’autrice è nata in Messico ed è emigrata negli Stati Uniti a quattro anni. Ci dice anche che alcune pagine di questo libro sono state pubblicate sul Guardian e su Granta.
Maria Venegas scrive racconti, ha insegnato scrittura creativa e attualmente tiene un laboratorio di scrittura creativa per bambini a Brooklyn. E dunque la scrittura è indubbiamente diventata il suo mestiere!
La Figlia del fuorilegge, questo suo lungo e sofferto romanzo dai tratti autobiografici, è al tempo stesso la storia di una famiglia, di una comunità, di una emigrazione e di una faticosa integrazione sorretta dalla volontà di cambiare
Ma forse e soprattutto è un omaggio alla memoria di un padre da parte di una figlia, un incredibile diario che parla cinematograficamente di vita vissuta, che narra l’amore, la paura, l’odio, l’amara rottura e poi di rapporti riallacciati a fatica, legati alla comprensione, la confidenza e finalmente l’affetto ritrovato.
Le strade di questo padre “mito” e della figlia “americana” si allontanano, si avvicinano, s’intrecciano, inoltrandosi in due mondi dove amare, vivere e morire sono completamenti diversi. Un Messico primordiale, dove il confine tra la vita e la morte può diventare esilissimo, impalpabile, e apparire quasi legato alla sorte che si confronta con il lontano miraggio di un’agognata americanità. Ma dove le sottili alchimie ancestrali del paesaggio messicano riescono a tessere un magica tela di ragno che imprigiona e cattura. E infatti Jose Venegas è un personaggio che, riesce ad affascinare, a conquistare nella sua sfrenata libertà di atti e pensieri tanto da far dimenticare la repulsione per la sua pericolosa e fatale negatività,
Maria Venegas gli dedica il suo romanzo ballata “La figlia del fuorilegge”. Scava nel passato e lo mischia con il suo presente. Inframmezza con spunti di memoria, ricorda i fatti dell’avventurosa vita di un uomo che pare frutto di un altro secolo e la confronta con la sua, così modernamente diversa.
Però poi supera il confine, accetta la diversità e dimentica i torti se mai ci sono stati.
Jose Venegas prima di morire aveva già scritto il suo ‘corrido’- la ballata popolare tanto diffusa in Messico che di solito serve a commemorare la vita di qualcuno dopo la sua morte ma, per forza, mancava la fine.
Sua figlia, dedicandogli questo romanzo denso di sentimenti forti e violenti, duri quali erano i suoi, ha composto per Jose Venegas il più bel corrido che mai avrebbe potuto desiderare.

 

 

Patrizia Debicke

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