Obscuritas – David Lagercrantz



David Lagercrantz
Obscuritas
Marsilio
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Parlare male di David Lagercrantz è cosa impossibile.

Soprattutto dopo l’affabilità dimostrata in occasione di un’intervista per il Zacapa Noir Festival ( https://www.milanonera.com/a-stieg-larsson-direi-intervista-a-david-lagercrantz-presto-ospite-del-zacapa-noir-festiva-milano-2-ottobre/ ).

Ma una recensione è una lavoro sporco e va comunque fatto.

Sporco come le ombre che si aggirano nel mondo post undici settembre.

Il sogno americano che impatta come due velivoli su due torri e si trova costretto ad immaginare di meno e ad agire di più.

È la Svezia del 2003 lo sfondo che l’Autore di Solna dipinge e che contorna l’omicidio cinico, spietato, gratuito di un arbitro di calcio giovanile.

Il mondo è in guerra e il sangue di quella guerra di allarga fino a coprire con il suo rosso rubino quell’innocenza confinata tra le strisce bianche di un campo di calcio tagliato dal freddo svedese.

Nulla è mai come sembra tra le righe di un Autore che gioca con il lettore come un gatto con il topo e che lo immobilizza sulla sua poltrona, mentre pagina dopo pagina gli inietta quella droga di parole della quale non può dare a meno fino alla parola FINE, lasciandolo con quel senso di sazio appagamento tipico di quando si ha la consapevolezza di aver bene scelto sullo scaffale della nostra libreria di fiducia.

Il violino che miagola tra le pagine di Obscuritas (che titolo!) è il compagno di viaggio ideale. Se, poi, scegliamo le note di Mendelssohn, allora la lettura di questo colpaccio di Marsilio sarà ancora più piacevole.

Fino al prossimo omicidio tra le strade della città di Gustavo Terzo.

Giuseppe Calogiuri

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