Giorgio Faletti presenta “Io sono dio” alla Fiera del Libro di Torino

Biglietti esauriti in pochi minuti e lunga coda per accedere a una sala dei 500 gremita di pubblico per l’anteprima di “Io sono dio” sabato 16 maggio alle 20.00.
Sistemati nelle prime file, famigliari, amici e persone di fiducia “per non correre il rischio di giocarmi lettori per la mia tendenza a sputacchiare”, Giorgio Faletti. presentato dal direttore letterario della Fiera Ernesto Ferrero, preoccupato da eventuali reazioni del Cardinale Poletto, ha regalato al pubblico un “one man show” con esilaranti momenti di cabaret “non sono Dio ma mi sto attrezzando”.

Del libro non si č parlato molto, anche perché nessuno in sala lo aveva letto. Dopo aver precisato che non si trattava della biografia del capo del governo ma di un thriller, ha rivelato che ai personaggi dŕ sempre qualcosa di se stesso e qualcosa che vorrebbe avere, per esempio al protagonista maschile, un fotoreporter di Boston, coinvolto nelle indagini, dŕ il suo carattere e la famiglia ricchissima (che vorrebbe avere). Per documentarsi ha compiuto diversi viaggi nei luoghi descritti, in particolare in Vietnam e nel Kosovo. Negli Sati Uniti invece ha approfittato dei tour di presentazione di I kill uscito nel 2008.
Si č avvalso anche dei racconti di un coetaneo americano che a 19 anni era stato mandato in Vietnam a combattere e che aveva conosciuto un popolo che non aveva mai perso una guerra, nemmeno contro Gengis Khan, prospettando una visione totalmente diversa da quella che Giorgio aveva avuto da ragazzo italiano.
La tecnica di scrittura č “far svolazzare la scena davanti agli occhi e descrivere quello che ho visto”.

Finora i protagonisti dei suoi libri, quali per esempio Frank Ottobre di Io uccido non sono mai diventati personaggi seriali, “lo farei solo se  trovassi una storia veramente importante e con respiro lungo”.
A chi gli chiedeva perché ha iniziato a scrivere “perché come comico non mi cagava piů nessuno”.
Alla domanda se teme che il successo possa finire, ha rivelato di condividere questo timore con Donato Carrisi, con il quale intrattiene una fitta corrispondenza via mail ma che fino a quella sera non aveva ancora incontrato.

ambretta sampietro

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