Guerra senza confini – Kate Mosse



Kate Mosse
Guerra senza confini
Newton Compton
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Guerra senza confini è il secondo capitolo  di una bella, ben documentata, avventurosa e coinvolgente saga storica per la penna  di Kate Moss,  e il seguito del suo best seller  “La Città dei Labirinti senza Fine”. Secondo capitolo di una saga che alla sua conclusione (che non sarà in questo libro) rinchiuderà nelle sue pagine ben tre secoli di implacabili vendette, di persecuzione religiosa  e lutti collegati a una famiglia franco olandese. Un’appassionante serialità che richiama le indimenticabili avventure di Angelica che videro dagli  anni ’60 dello scorso secolo il grande successo mondiale di Anne e Serge Golon. 
Anche questo romanzo, come è accaduto per il primo, si apre con una misteriosa introduzione che ci proietta avanti nel tempo in Sud Africa, in un breve stralcio di dove dovrà andare a finire questa drammatica  epopea ricca di storia, dominata da  guerre e forzate  migrazioni,  prima che la storia  ritorni alla Francia del 16° secolo , 10 anni dopo la fine del libro precedente e riprenda il filo della trama.
Maggio 1572: dieci anni di crudeli e fratricide guerre di religione hanno funestato  la Francia, trasformandola in un sanguinario teatro di potere.  Con lo scettro in mano a un re fanciullo, guidato da  sua madre, la regina vedova Caterina de’ Medici, il paese, si è diviso e fatto a pezzi  in  eterne, insanabili  contese tra cattolici e ugonotti su questioni di religione, cittadinanza e sovranità, per  cui innumerevoli vite sono state vanamente  troncate.
Ma ora una fattiva proposta di pace tra le due fazioni contrapposte  è stata messa  sul tavolo  delle trattative sovrane. Una pace condizionata da un matrimonio che potrebbe finalmente vedere riunita la Francia.
Caterina de’ Medici la regina madre di re Carlo IX  e Giovanna d’Albret, sovrana ugonotta di Navarra  hanno trattato l’unione tra i loro figli; Margot di Valois, figlia di Caterina e sorella del sovrano francese  ed Enrico figlio di Giovanna e suo erede.
Un matrimonio, destinato a segnare l’alleanza tra la corona cattolica e la Navarra per poi  dare il via nell’intero paese  alla pacifica convivenza tra i sudditi anche di diversa religione. Un’unione che potrebbe vedere la Francia finalmente riunita, ma osteggiata dall’intransigente  fazione cattolica  guidata dal duca di Guisa che finge pubblicamente di essersi piegato  ma in privato rema contro gli ugonotti.
La grande famiglia di  Minou Joubert, della quale fanno parte suo padre, suo fratello, Aimeric, Alis sua sorella, e sua zia Salvadora e suo marito Piet Reydon, ormai  da dieci  anni vivono nel castello de Puivert in Linguadoca nel sud-ovest della Francia, strappato agli usurpatori. Minou e Piet hanno due figli, la vivace e sveglia Marta di sette anni, fisicamente il ritratto di sua madre, dalla quale ha ereditato anche l’eterocromia e cioè gli occhi di diverso colore  e il piccolo Jean-Jacques.
Ciò nondimeno il sereno scorrere della vita  della loro famiglia sta per tramontare.
I Reydon che hanno ricevuto l’invito per intervenire al matrimonio reale, decidono di andare.  Ma Minou Joubert, castellana de Juivert, non ha ancora  idea di  tutto quello che la aspetta: quale sarà il vero prezzo da pagare per quella pace che tutti auspicano? E quale orrore incombe minacciosamente su di lei e tutti loro, mentre con  suo marito, il calvinista Piet Reydon e i loro figli si preparano per il viaggio a Parigi. Ma anche prima di raggiungere la loro destinazione, si renderanno conto che il risentimento cattolico contro i protestanti cova minacciosamente sotto le ceneri e, una volta installati nella capitale, si renderanno conto che in città serpeggiano  pericolosi  sentimenti anti-ugonotti. Anche il cardinale Vidal, vecchio nemico della sua famiglia, carico di rancore sia nei confronti di Minou che contro Piet, suo ex migliore amico di giovinezza ancora ignaro di essere suo rivale nella successione, sarà presente alla cerimonia in veste di segretario del Duca di Guisa. Ha con sé un ragazzo che gli assomiglia…
La famiglia Reydon-Joubert ha trovato alloggio in una casa presa in affitto nel quartiere cattolico. Ma il loro soggiorno sarà breve.  Nei giorni successivi alla cerimonia nuziale infatti, i cattolici, che hanno marchiato le porte della case degli ugonotti,  daranno  il via alla mostruosa  strage: il famigerato massacro del 23-24 agosto 1572. La mattina dopo, le strade parigine  e la Senna,  saranno invasi dai cadaveri martoriati di migliaia  e migliaia di ugonotti: uomini, donne e bambini.
Minou e Piet e  Jean Jacques, il loro figlio più piccolo, rendendosi conto che gli eventi stavano per precipitare,  troveranno miracolosamente  una via di fuga a bordo della nave olandese di un fedele amico, pur costretti ad abbandonare Marta che, uscita da sola per andare alla Sainte Chapelle si è persa  ed è, finita nel caos. Una spaventosa decisione che, benché obbligata,  metterà persino alla prova il matrimonio  di Minou e Piet Reydon. Il loro esilio si concluderà ad Amsterdam, dove Piet è nato  e dove potranno darsi da fare e  ricominciare da capo.  Ma, nonostante la nascita di Bernarda, un’ altra bambina,  Minou non vuol rassegnarsi alla scomparsa della figlia maggiore e dentro di sé è convinta che sia ancora viva.
Ma anche ad Amsterdam, la grande città dei rifugiati di ogni religione, rimasta l’unica città cattolica, nel 1578 una pacifica  rivolta cittadina  appoggiata dalle truppe di Guglielmo il Taciturno rovescia il governo municipale ancora legato agli Spagnoli, allineando la città alle province dei Paesi Bassi in lotta per l’indipendenza. Tutto continua a cambiare e  i Joubert dovranno lottare sempre per restare insieme, sopravvivere e non essere spazzati via, travolti dalle maree della Storia.
Kate Mosse cattura e descrive bene  l’atmosfera di quel  tempo, l’eccitazione, i festeggiamenti del matrimonio reale , seguiti  dalla paura e dalla oscena  violenza del massacro. Mentre in Francia si combatte ferocemente la quarta guerra di religione, mi pare interessante notare la poco o quasi nulla violenza occasionata dalla transizione di potere ad Amsterdam.  Forse dovuta anche al fatto della maggiore facilità di pragmatica coesistenza in una società prettamente mercantile-borghese? 
Spaziando dalla Linguadoca, Parigi e Chartres ad Amsterdam, la  città della Torre delle Lacrime, che accoglierà generosamente  i profughi della famiglia, questo romanzo  è la storia della loro lotta per restare uniti, integrarsi in una nuova realtà  e sopravvivere alle maree devastanti della storia. 
Riusciranno i caotici colpi di scena del conflitto religioso a riunire i personaggi sopravvissuti, divisi  da un drammatico destino ? E quale ruolo potrebbe mai svolgere il “Sudarium”, una sacra reliquia, nella riunione della famiglia? Ma la loro saga  non è finita…Li ritroveremo e…  presto speriamo.
Kate Mosse centra l’obiettivo di ogni buon romanziere storico: far percepire il fascino misterioso del passato senza mitizzarlo e con colta bravura costruisce la sua ricerca, mischiando nel suo  romanzo realtà,  finzione,  personaggi, fatti, luoghi (mi ha molto colpito il beguinage di Amsterdam) e periodi storici. Il tutto intrecciato al  romanzo d’avventura che include tutti gli ingredienti che ti aspetteresti: omicidi, tradimenti, bambini perduti, reliquie rubate, segreti sepolti e la complessità della politica francese e olandese del XVI secolo, ai nostri giorni ben poco conosciuta.
I suoi cattivi, crudeli ma soavemente malvagi e le sue eroine allo stesso tempo speciali, ma umane e vulnerabili rendono la trama  cinematograficamente tangibile.
Sappiamo tutti che il massacro del giorno di San Bartolomeo del 1572 quando migliaia di protestanti furono assassinati nelle loro case dalle truppe cattoliche, a Parigi e in tutta la Francia, è stato uno degli argomenti preferiti da romanzieri e registi. Kate Mosse è riuscita a evocare l’angoscia, il caos e paura di quei giorni, mentre Minou e la sua famiglia si nascondono per strada e  lungo la Senna,  per poi riuscire a salire a bordo ed  evitando miracolosamente i controlli, sfuggire al massacro.

Patrizia Debicke

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