Black money – Paolo Roversi



Paolo Roversi
Black money
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COMMENTO A CURA  DEL GRUPPO DI LETTURA ORGANIZZATO DA 
IL SAPORE DI UN LIBRO

Sin dal primo sguardo alla copertina, ci siamo trovati catapultati in un mondo a forti tinte giallo/noir.
Tre sono gli elementi esplicativi: lo sfondo nero, il gruzzolo di soldi legato con un elastico e una frase scritta nella parte alta.  
Questi dettagli cosa ci anticipano? Cosa ci promettono di scoprire?
Una mega rapina e una donna  che si muove nel buio. 
Una bussola per orientare il lettore, anche il meno esperto del genere, sono i numerosi accorgimenti tecnici che Roversi utilizza con abilità.
Innanzitutto, il titolo dei singoli capitoli, che indicano il luogo e i personaggi coinvolti; quindi, la brevità dei capitoli stessi, che tengono l’attenzione del lettore incollata al testo, spingendolo a cogliere, con altrettanta velocità, la contemporaneità delle azioni; infine, l’incalzare del ritmo che viene spezzato e stemperato da immagini che, in qualche misura, portano a rilassarsi:  “Il mare appariva come una distesa scura e immobile fuori dalla finestra. Proprio come il corpo che giaceva sul letto, completamente coperto di sangue”.
Altri elementi positivi sono l’uso di un linguaggio sintetico, asciutto ed essenziale e la definizione  dei personaggi che emerge, più che una descrizione fisico/psichica dettagliata, dalle azioni da essi compiute.
A questo punto, siamo arrivati al cuore del romanzo stesso: i personaggi, la loro descrizioni, i loro punti di forza e di debolezza.
Da un lato ci troviamo di fronte a personalità femminili complessivamente vincenti e credibili.
Gaia Virgili è   una donna dalle capacità fisiche e psicologiche superiori alla norma, grazie anche ai continui e massacranti allenamenti cui si sottopone. È una paladina della giustizia e la sua personalità si viene delineando, poco per volta,  nella mente del lettore. Il mosaico  si costruisce piano piano   e ogni azione è una piccola tessera che si incastra con le  precedenti. Gaia è determinata, intelligente, osservatrice meticolosa e possiede forti capacità induttive e deduttive. Lavora ininterrottamente per 24 ore senza dormire, registra nella mente e analizza  anche i più minimi particolari di ogni situazione (addirittura il tipo di  fiori che Defoe ha lasciato per lei). Non molla mai e non perde mai di vista l’obiettivo da raggiungere.
Candice Monroe, antropologa, è una studiosa di fama mondiale, intelligente e scrupolosa, che riesce a mantenere il sangue freddo in situazioni estreme. La donna fa appello a tutte le sue forze e a tutta la sua razionalità per scegliere i contatti cui inviare il messaggio di aiuto  in codice: niente è lasciato al caso. Per inciso, tra i molti destinatari del messaggio, solo Gaia Virgili riuscirà a decodificarlo.
Vivian, un’altra donna forte, si mostra molto decisa e sbrigativa con il suo superiore al quale si rivolge con durezza: «ascoltami altrimenti ti sparo alla gamba sana».
Helena, all’apparenza  una sventola tedesca,  in realtà è una bionda, fredda, diabolica e determinata.
Dall’altro lato, a fronte di queste forti personalità femminili, gli uomini ci appaiono invece sfumati, scialbi, un po’ troppo semplificati, per non dire addirittura sempliciotti.
Il magnate arabo porta con sé una  chiavetta con i pin e si fa trarre in inganno dall’ avvenenza di una  donna appena conosciuta.
L’agente dei servizi segreti americani viaggia con il pc che contiene i segreti di stato.
Defoe si fa fregare dall’antropologa con un messaggio che non ha saputo decodificare.
Il poliziotto francese, considerato un genio, arriva sempre un po’ dopo Gaia Virgili.
E così via fino al finale, inaspettato, aperto a futuri sviluppi … che i lettori del nostro gruppo attendono fiduciosi.

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