Attraversare le pianure ricoperte di ghiaccio del Dakota guidando un pick up, con una thermos di caffè’ per tenersi svegli e un cane come unica compagnia, seguire la linea dell’orizzonte e vederla confondere con il cielo, sentirsi più forti della paura, sfidare le tempeste di neve e vento per cercare sempre e comunque la verità’.
Questa è Lola Wicks, giornalista già corrispondente dall’Afghanistan, appena trasferita a Megpie, piccolo centro del Montana, protagonista di questo avvincente romanzo di Gwen Florio ambientato nei ghiacci del North Dakota, nella terra dei sioux oramai abitanti delle riserve.
Tutto inizia con il ritrovamento del cadavere di Judith, una giovane indiana della riserva, trovata morta a margine di una strada del Montana, su un cumulo di neve, poco vestita e con una penna infilata tra i capelli. Lola si trova ad indagare sulla morte di Judith e sulla misteriosa scomparsa di altre ragazze dalla riserva.
L’indagine sulla morte della ragazza è seguita ufficialmente dallo sceriffo indiano Charlie, con cui Lola ha stretto un’amicizia, nel corso di una precedente, che lentamente si è trasformata in una chiacchierata convivenza.
Il caso sembra dover morire lì, tra le montagne del Montana e le pianure ricoperte di neve e desiderose del sole primaverile. Ma Lola è abituata a fare la cronista in zone difficili, dove la guerra la fa da padrona, e la ricerca della verità, la necessità di raccontare è più forte di qualsiasi paura.
Così attraverso le voci degli indiani della riserva Lola scopre che Judith si guadagnava da vivere come spogliarellista nei locali di una piccola città del North Dakota, dove l’installazione di trivelle e nuovi pozzi petroliferi, aveva indotto centinaia di uomini a trasferirsi in squallidi villaggi, fatti di baracche, messe a disposizione dalle aziende petrolifere.
Con il pretesto di fare un reportage sugli uomini che lasciano le famiglie per trasferirsi negli accampamenti provvisori e in compagnia del suo cane Bub, Lola sale su un pick up e si mette in viaggio verso la città delle trivelle. Nessuno crede al reportage, tanto meno lo sceriffo Charlie che sa in cuor suo che Lola é pronta a far carte false pur di scoprire la verità sulla morte di Judith e sulla scomparsa delle altre ragazze della riserva.
Il viaggio che Lola compie attraverso le terre ghiacciate e desolate dell’America del Nord è lo stesso viaggio che compiono gli uomini richiamati dal lavoro e dal guadagno su cui le aziende petrolifere basano la loro fortuna.
Ben presto Lola si renderà conto di trovarsi in un luogo fuori da ogni regola dove il machismo é l’unica legge fondamentale e dove alcol, prostituzione e prevaricazione sono basi fondamentali di un sistema fatto di solitudine e disperazione.
In compagnia del suo cane Bub, Lola conduce la Sua indagine segreta camminando su un campo minato affidandosi a loschi individui, aggrappandosi a qualsiasi informazione utile per arrivare alla verità mettendo a repentaglio la sua vita è quella delle persone a lei care.
Lola racconta attraverso i suoi occhi la vita delle ragazze, che spinte dai soldi facili, abbandonano la riserva per diventare merce rara all’interno delle baracche
Gwen Florio, giornalista candidata più volte al premio Pulitzer, corrispondente da varie zone di guerra come Afghanistan, Iraq e Somalia, racconta attraverso gli occhi della sua protagonista un sistema reale di sfruttamento e degrado.
Il villaggio provvisorio degli uomini diventa un microcosmo in cui non esistono codici etici o regole morali, dove il ritorno all’antica legge del più forte rappresenta lo status quo a cui devono sottostare tutti i personaggi che ruotano nel sistema.
I temi, sempre attuali, del machismo, della sopraffazione della donna “oggetto” da parte di uomini, strappati alle loro famiglie e portati in “accampamenti” distanti da qualsiasi etica sociale, non diventano solo il contorno del racconto ma finiscono per farsi essenza del giallo stesso.
Un romanzo avvincente, scritto con abile maestria da Gwen Florio, che tiene incollato il lettore alle pagine, che scorrono velocemente una dietro l’altra in una sorta di climax ascendente verso un finale al cardiopalma.