Il cinese



henning mankell
Il cinese
marsilio
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Mentre Kurt Wallander, il notissimo commissario svedese nato dalla penna di Henning Mankell, diventa protagonista di una fiction (in Italia su Sky) con il volto del grande attore inglese Kenneth Branagh (nella foto) ed esce in agosto, in madrepatria dopo 10 anni di silenzio, la sua ultima avventura, Mankell allieta lo stuolo dei suoi fan anche con il romanzo dall’emblematico titolo Il cinese. La figura centrale è, sì, quella di una donna, il giudice Brigitta Roslin, che si trova invischiata in una strage assurda, ma altrettanto importante è la figura di un uomo cinese, il cui carattere si delinea insieme al dipanarsi del racconto.
Tutto prende le mosse dalla sconvolgente scoperta di ben 19 cadaveri, concentrati in un piccolo villaggio del nord della Svezia, quasi interamente annientato da una violenza inaudita. Brigitta viene a sapere del fattaccio, come tutti i suoi connazionali, dai media. Ben presto si rende però conto che per lei non si tratta semplicemente di un caso che entrerà nella storia criminale del paese: infatti, tra le vittime ci sono anche i genitori adottivi di sua madre e la donna sente il bisogno di saperne di più. Pur non essendo professionalmente coinvolta e, anzi, arrivando ad infastidire i responsabili dell’indagine con la sua intromissione, è proprio lei a trovare il bandolo della matassa, seguendo una pista tanto pericolosa quanto labile che la porta a scoprire l’esistenza di un misterioso cinese e a mettere a rischio la propria vita.
In questo caso, più che mai, il giallo diventa per Mankell il pretesto non solo per un affresco a tutto tondo della società attuale, ma anche per un ampio viaggio a ritroso nel tempo, quando descrive l’epopea americana della costruzione della ferrovia e il tributo di sangue che questa ha richiesto, compreso quello della comunità cinese. Un filo rosso, anzi un nastro di seta rosso, lega questo lontano passato alla Cina odierna con i suoi nuovi ricchi, alla Svezia in cui aleggia ancora, in alcuni, il ricordo non del tutto assopito dei movimenti maoisti e, dulcis in fundo, all’Africa (sempre presente in Mankell che vive a Maputo in Mozambico parte dell’anno) che subisce una pericolosa penetrazione economica e commerciale da parte del gigante orientale.

benedetta giorgi pompilio

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