“Avvincente come un thriller. Un racconto necessario”. Parola di John Le Carré.
Nella Germania di inizio novecento nascono e crescono, a qualche anno e qualche centinaio di chilometri di distanza, due bambini. Il primo è timido, sensibile, amante degli animali, tanto da non separarsi mai dal suo adorato pony, religioso e destinato a una carriera ecclesiastica. L’altro nasce in una famiglia borghese. E’ viziato e una vera peste: insieme al gemello combina scherzi feroci a chiunque gli capiti a tiro. Il primo, Rudolf Höss, diventerà il comandante del campo di concentramento di Auschwitz, il secondo, Hanns Alexander, l’ufficiale che lo catturerà dopo la caduta del Reich. Il Comandante di Auschwitz è una biografia parallela di due persone le cui vite e i cui destini convergono in un punto: una fattoria nel nord della Germania, nel marzo del 1946, là dove il capitano Alexander, ebreo tedesco naturalizzato inglese, riesce a mettere le mani su colui che passerà alla storia come il più grande e spietato killer mai esistito.
Thomas Harding, pronipote dell’ufficiale inglese, ricostruisce le vite dei due, seguendoli parallelamente, fin dalla loro infanzia, fino a quando i loro destini non si incroceranno. Una doppia biografia raccontata come un romanzo, dove le vicende intime e familiari vanno a mischiarsi con quelle pubbliche che, mai come in questo caso, vogliono dire: Storia.
IL COMANDANTE DI AUSCHWITZ
Marco Di Grazia