I Bentivegna sono una famiglia brillante: padre, madre e figli eccellono in tutte le imprese alle quali si sono dedicati. Tutti, eccetto Angelica, la figlia minore, che al contrario della madre e dei fratelli ama il quieto vivere e non ha grandi ambizioni. Quando la incontriamo per la prima volta, lavora in un panificio dove impasta e lascia lievitare ciò che ha panificato. Ha un dono speciale per impasti e lieviti di ogni tipo, dono che le è stato regalato in culla da una delle tre fate che presiedono alle nascite.
Angelica è laureata in lingua e letteratura inglese e avrebbe voluto insegnare, ma lo scontro con un bullo, mentre tentava di difendere uno studente in difficoltà, le ha provocato la rottura del coccige e la fine dell’esperienza scolastica. Come se non bastasse, anche in amore non va proprio tutto bene: da alcuni mesi ha rotto con Davide, il fidanzato storico, che l’ha abbandonata per mettersi con l’inquilina con la quale condividevano “l’appartamento con il terrazzino” nel centro di Milano.
Nonostante queste piccole disavventure la vita di Angelica procederebbe tranquilla e senza sussulti se il titolare del panificio dove lavora non avesse deciso di chiudere l’attività e se un bel giorno la zia Edvige, sorella della nonna defunta, non la informasse di avere scoperto qualcosa che non quadra su suo padre -il bisnonno di Angelica- che tutti credono vittima di guerra. La zia sospetta che nonno Angelo non sia morto, ma sia rimasto in Inghilterra, dove era stato condotto come prigioniero a lavorare nella tenuta di Chaverton House, e domanda alla nipote di indagare per via informatica.
Angelica accetta ma, dopo un paio di risposte evasive alle sue richieste di informazione, decide di salire su un aereo e di recarsi nel Dorset, dove ha sede la tenuta, per indagare di persona. Ad accoglierla a Chaverton House è l’Estate manager: Alessandro Almirante, un Italiano che ha sposato la figlia dell’ultimo Lord. Angelica ne viene subito colpita, perché Alessandro è un tipo affascinante, anche se “Ha qualcosa di antiquato, forse i pantaloni infilati dentro un paio di vecchi stivali di cuoio.”
L’incontro tra la vivace Angelica e il compassato Alessandro è destinato a produrre scintille, ma nonostante il cuore in tumulto la nostra eroina continua imperterrita le ricerche sul bisnonno, giungendo a una conclusione inaspettata.
Come la stessa Gazzola dichiara nell’introduzione, la storia è stata scritta in trenta giorni durante il look down e alla stesura hanno partecipato come Beta readers la madre dell’autrice e un nutrito gruppo di amiche della signora.
A dirla tutta, la notizia mi ha spiazzata. Possibile che con tale informazione la Gazzola volesse dire che il suo libro è adatto alle signore intorno ai settanta? Spero di averne interpretato male le parole, perché “Un tè a Chaverton House” è un romanzo di piacevole lettura, divertente e raffinato, adatto alle lettrici di ogni età e accredita la Gazzola come una delle migliori scrittrici italiane.
Alessia Gazzola sarà ospite di Non solo Giallo di sera a Ortona, il festival letterario con la direzione di Romano De Marco che si svolgerà in presenza a Ortona (Ch) dal 3 all’11 luglio.
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