Il delitto della montagna – Chicca Maralfa



Chicca Maralfa
Il delitto della montagna
Newton Compton
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Dopo Lo strano delitto delle sorelle Bedin del 2022, torna la scrittrice e giornalista pugliese Chicca Maralfa, con una nuova indagine riservata al suo protagonista Gaetano Ravidà. Il delitto della montagna è il titolo del romanzo, pubblicato da Newton Compton Editori nel gennaio 2024.

Sono due anni ormai che il luogotenente Ravidà, detto Ninni, è stato trasferito dalla sua Bari al comando della stazione dei carabinieri di Asiago, un paese di montagna in provincia di Vicenza, centro nevralgico dell’Altopiano dei Sette Comuni, al confine col Trentino. 

Qui sono avvenute le battaglie più cruente della Grande Guerra, tanto che ancora i ricercatori trovano “robe di soldati”, tra ordigni inesplosi ed effetti personali. Ravidà fatica ad adattarsi al clima rigido e gli mancano le figlie, rimaste in Puglia con la madre, dopo il fallimento del suo matrimonio. Però rispetta profondamente quei luoghi, fatti di paesaggi incantati, resi ancora più suggestivi dalla neve caduta a fine gennaio. Una sorta di “tomba a cielo aperto” che accoglie le spoglie del suo caro nonno, soldato disperso e mai più ritrovato, alla stessa stregua del Milite Ignoto.

E proprio in quei posti, costellati da cave di marmo, dove si annidano progetti abusivi per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, viene ritrovato un cadavere mummificato. Chi era? Ravidà dovrà ricorrere a Lilli Pertile, l’anziana del paese considerata “memoria storica”, per ricostruire una sparizione avvenuta tra l’indifferenza generale.

L’autrice dà vita a scene affollate di personaggi, dato che Ravidà si avvale di capaci collaboratori. I personaggi coinvolti sono credibili, proprio perché presi dalla vita quotidiana di un paese montanaro, nei quali ci si può identificare. Ciascuno col proprio intercalare, con il ricorso al dialetto veneto, che li rende ben caratterizzati.

Ma proprio quando si entra nel fulcro dell’indagine, tra interrogatori serrati e testimonianze, ecco che muoiono in circostanze misteriose altre due persone. Ravidà è bravo a unire i puntini, come in quei giochi di enigmistica. Sua qualità peculiare è riuscire a vedere le connessioni, cosicché anche stavolta riuscirà a sbrogliare la matassa e a risolvere l’enigma.

Non manca un’eco paventata della mala del Brenta, visto i luoghi i cui ci troviamo, e l’ostruzionismo perpetrato dagli ambientalisti, volti a salvaguardare una particolare specie di salamandra, che vive solo in quei boschi. Foreste già messe in ginocchio dal passaggio dell’uragano Vaia, tempesta che ha devastato l’Altopiano alla fine del 2018. 

Nella cosiddetta operazione Terra di nessuno, come Ravidà chiama quegli spazi da proteggere, ci sono montagne che hanno assorbito il sangue dei giovani soldati, versato in aspre trincee. C’è il ricordo del grande scrittore Mario Rigoni Stern, originario di Asiago, omaggiato da Chicca Maralfa tramite una visione onirica di Ninni Ravidà. Una pernice bianca che a un certo punto s’insinua come “credito della sua maestosa opera”. Così come Maralfa ringrazia Ermanno Olmi, per il suo racconto “visivo e interiore” dell’Altopiano.

La scrittura non è mai tediosa o ripetitiva, anzi, le scene scorrono veloci quasi si vedesse un film. Se proprio vogliamo fare un appunto, il romanzo termina troppo presto. Ma questo è l’effetto nostalgico che subentra nel lettore, solo quando i personaggi e la storia gli sono entrati nel cuore.

Mica si può incolpare uno scrittore di essere troppo bravo, no? Si può solo sperare che ritorni il prima possibile, ad allietarci con nuovi episodi.

Cristina Biolcati

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