Il delitto di Sophie Crows – Sarah Yarwood-Lovett



Sarah Yarwood-Lovett
Il delitto di Sophie Crows
Newton Compton
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Un romanzo giallo-rosa che strizza l’occhio all’ecologia e alle tradizioni inglesi. Così si potrebbe introdurre “Il delitto di Sophie Crows” di Sarah Yarwood-Lovett, edito da Newton Compton Editor. L’atmosfera cosy, ovvero frizzante e soft dal punto di vista crime, con una apprezzabile dose di humour, si respira sin dai primi capitoli, in cui l’autrice semina nel testo occhiate sexy e potenziali flirt a partire dall’originale detective amatoriale per forza, l’ecologa Nell Ward. La chiamata all’azione è stringente per l’estrosa scienziata che studia l’ecosistema dei pipistrelli, dal momento che rischia di essere incriminata per l’assassinio della ricca Sophie Crows.

Nelle pagine, scritte in uno stile agile e brillante che mescolano indagini, ragionamenti ‘fai da te’ e meccanismi di attrazione, Sarah Yarwood-Lovett ci presenta tante tessere per comporre il puzzle della ricerca dell’omicida. Nel mentre, ingarbuglia i sentimenti che richiamano il genere New Adult della sua protagonista, come a dire che acume e felice maturità in chiave rosa non sempre si sposano. 

Incaricato delle indagini ufficiali è il sergente della squadra anticrime di Pendlebury James Clark, dai profondi occhi blu e sfortunato in amore. La domanda che nasce spontanea sin da quando si incontrano è: scatterà la scintilla tra i due o a scattare saranno, invece, le manette? Che relazione lega la protagonista al collega Adam?

In questo caso, la trama gialla scorre in parallelo con le domande in tonalità rosa, che contribuiscono a sparpagliare le tessere di piste, vere o false, lungo un arco testuale più ampio e, quindi, più sfidante per il lettore. Snocciolando moventi e alibi, l’autrice mescola le carte e focalizza l’attenzione sull’indiziata numero uno, la protagonista, che ha più di un segreto da nascondere.

Dopo un incipit classico e inevitabilmente drammatico incentrato su Sophie Crows, la narrazione in terza persona con focalizzazione mobile sulla triade Nell, Adam e James, concorre opportunamente allo scopo straniante per avviare la caccia all’assassino.

Ci troviamo nella tranquilla cittadina di Cookingdean, in un contesto squisitamente inglese contraddistinto dalla manor house farm, monumento alla tradizione letteraria nazionale e ambientazione stilisticamente perfetta per la prima prova gialla dell’autrice che di professione fa l’ecologa e, quindi, riversa nell’estrosa Nell le peculiarità poco note dei suoi studi. Come nei romanzi più evocativi che hanno come tema centrale la residenza di ricche famiglie nobili inglesi, anche in questo giallo la country house evoca i miti di una civilizzazione e le relazioni tra natura e cultura, potere, mistero, pericolo ed eredità messe a repentaglio da circostanze drammatiche. 

Le ambientazioni ricordano quelle di Midsomer Murders (L’ispettore Barnaby), pur con atmosfere meno cupe e cruente. Ce lo ricorda la stessa Sarah Yarwood-Lovett quando fa menzionare a Percy lo stile investigativo della serie Tv tratta dai romanzi di Caroline Graham. 

Che cosa lascia il segno in questo romanzo giallo con l’effige del corvo in copertina, quasi a ricordare Crows (dall’inglese: corvi), il cognome della vittima? 

L’originalità della protagonista, la dottoressa degli ecosistemi, che stupisce sia la polizia sia il lettore con le dinamiche delle sue ricerche e quando descrive le tracce lasciate da pipistrelli orecchioni, ghiri e fauna della foresta inglese, a supporto delle indagini ufficiali. Ribelle, estrosa, poco esperta a destreggiarsi nelle relazioni con la polizia e spesso masochisticamente imprudente, comunque l’avventurosa trentenne dà il suo contributo all’individuazione del o della responsabile della morte di Sophie Crows, in un’altalena di situazioni anche ‘ormonali’ che la fanno assomigliare a una curiosa Bridget Jones delle relazioni umane.

Se amate la sensazione di comfort che si prova a leggere i romanzi de “La Signora in giallo”, dove il meccanismo giallo viene presentato con dovizia di dettagli, e se apprezzate quel tocco autoironico tipicamente inglese, le pagine di questa caccia all’assassino si gireranno da sole. Con buona pace dei turbamenti amorosi e dei pipistrelli. 

Monica Sommacampagna

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