Mentre Napoli, oppressa dal caldo torrido di Luglio, si prepara per le celebrazioni della festa della Madonna del Carmine, una delle più amate e più sentite, un noto medico precipita dalla finestra del suo studio. L’indagine si rivela complicata per il groviglio di storie,sentimenti e passioni con i quali Ricciardi e Maione si devono confrontare. Una storia corale, dove indagine e privato si intrecciano e il dolore affonda la sua lama nel cuore di tutti.
E’ il libro delle partenze, dei distacchi, degli abbandoni, che non sono però sempre e solo tradimento.
Immagine simbolo è forse quella della nave che parte carica di emigranti alla ricerca di un futuro migliore. C’è chi parte per cambiare, c’è chi resta ma è tradito nelle proprie speranze, e c’è chi se ne va, per sempre, perchè ha finito il proprio tempo, lasciando un immenso dolore, una sensazione di incompiuto, il rimpianto di cose non dette .Un inferno dal quale è difficile uscire. E ” inferno” è infatti la parola che più spesso ricorre nel libro. Inferno perché per certi dolori non c’è cura, ma solo rassegnazione e accettazione.
Delicata e sensibile come sempre la narrazione, che ha momenti di assoluto lirismo e partecipazione emotiva. Strepitoso poi il personaggio di Maione, forse quello nel quale è più facile identificarsi, il più vero, il più sanguigno. Adorabili i suoi dialoghi con Bambinella. E poi c’è Napoli che forse mai come in questo libro è presente e partecipe. Napoli è viva, parla, canta,si muove, e propagando la sua voce come le onde del mare, anticipa le notizie, risolve, aiuta. Un romanzo di grandi cambiamenti per i personaggi di De Giovanni, un punto di svolta che apre nuove strade e nuove possibilità di sviluppi futuri. Un libro che arriva direttamente “in fondo al nostro cuore”.