Un deja vu, come rivedere un vecchio amico, questo è stato l’effetto per me di leggere Morte di una dottoressa di Hansjörg Schneider, e ritrovare il suo protagonista, Peter Hunkeler, commissario, intento a cercare il dialogo con il computer in dotazione del suo ufficio al Waaghof, nuova sede della polizia criminale di Basilea. Il computer già… uno strumento di lavoro che gli dovrebbe diventare indispensabile. Ma Hunkeler, sempre a disagio nella sua pelle – questa nuova Svizzera gli va un po’ stretta, vorrebbe tagliare la corda – un po’ sentimentale e abbastanza sovversivo, è agli antipodi dei moderni, quasi semidei e tecnologicizzati eroi, che hanno cominciato a invadere media e librerie e confida ancora più sulla sua intuizione che su scienza e tecnologia. Si confronta spesso lo spessore di Peter Hunkeler, il protagonista dei romanzi polizieschi di Hansjörg Schneider, con quello di Barlach e Matthai, i detective del grande Friedrich Dürrenmatt. Lo si vorrebbe erede dell’ispettore Barlach e del commissario Mattahi ma, secondo me, Hunkeler, anche se talvolta mostra gli stessi istinto morale e spregiudicatezza, ricorda più le caratteristiche del Wachtmeister (sergente) Studer di Fiedrich Glauser o del commissario Maigret di Georges Simenon, condite da una solida dote di intelligente buonsenso. Due righe sulla trama: Basilea, primi di luglio, lunedì mattina, un torrido caldo estivo fa sudare a fontana il commissario Hunkeler, incollato davanti alla scrivania della nuova sede, dove le nuove ferree leggi svizzere sugli uffici pubblici, che non permettono l’uso dell’aria condizionata, gli fanno solo rimpiangere i grossi muri del vecchio ufficio che regalavano frescura anche con la canicola. Per fortuna Hedwig, la sua compagna, l’ha preceduto nella casa di campagna, in Alsazia e lui la raggiungerà presto… 1 Ma squilla il telefono e… Hunkeler si trova tra le mani l’omicidio del suo medico di famiglia Christa Erni: una vecchia compagna di studi e amica sessantenne, con un passato di contestazione universitaria giovanile, poi saltata dall’altra parte e diventata consigliere culturale emerito per i liberaldemocratici. Le prima piste da seguire sembrano legate agli stupefacente e i primi sospetti cadono su alcuni tossicodipendenti seguiti dalla dottoressa. Un delitto di droga? Lo spettro si allarga nel giro nazionale e non, potrebbe trattarsi di una vendetta? Ma chi era Christa Erni? Hunkeler che la conosce come seria professionista, sa poco della sua vita privata. Solo che è una donna danarosa, sicura, attiva in politica, amante della cultura. Mai sposata, nel suo passato una storia d’amore e un figlio… Unici indizi certi: un pelo di gatto, una lettera minatoria e una telefonata anonima al Blick, quotidiano di Zurigo. Mentre i suoi colleghi indagano ad ampio raggio, Hunkeler incontrerà di persona: il dottor Knecht, giovane collega di lavoro e ambulatorio di Christa Erni, suo figlio Hiob Heller, la bella assistente Ruth Zbinden, lo spacciatore Lukas Schindler, la giovane e delicata Ruth Künzli, alcuni ospiti della casa per anziani vicina allo studio medico, il poeta solitario Heinrich Rüfenacht, il pittore Hans Graber, ancora amante della dottoressa, una donna, Karin Müller, compagna di Regula Hämmerli, morta da poco per un tumore. E poi c’è il testamento. La dottoressa era molto ricca e i principali eredi sono: figlio, collega di studio, e amante. Si allarga il cerchio dei potenziali sospetti ma, per risolvere il caso, Hunkeler Schneider non ha dubbi e punta sulla sua teoria: Love and Death (amore e morte). Approfittando di qualche nuotata nel Reno per rompere la spaventosa calura cittadina e di qualche fuga in Alsazia per ritemprarsi al fianco di Hedwig, anche stavolta riuscirà a sbrogliare bravamente la matassa dell’indagine. E, per sua fortuna, il nostro commissario ha due certezze nella vita. La sua donna: Hedwig, una maestra d’asilo aperta, scopaiola, solare, comprensiva e sempre pronta a ridimensionare ogni sua ambascia con una battuta. E il millenario vissuto del suo paese, fatto di posizione geografica (Basilea è al confine con l’Alsazia, la Francia), di 2 straordinari paesaggi naturali e di ottima cucina locale.
Morte di una dottoressa
Patrizia Debicke