Intervista a Giuseppe Cozzolino

Giuseppe Cozzolino (Napoli, 1967), scrittore e giornalista, č specializzato in cinema, fumetti e narrativa pulp. Insegna, come docente a contratto, presso l’Universitŕ degli studi di Napoli L’Orientale (Cattedra di Analisi dell’Opera Multimediale).
Ha curato le antologie Partenope Pandemonium – Storie stregate all’ombra del Vesuvio (Larcher, 2005) e Questi Fantasmi – 17 storie di luoghi e spettri napoletani (Boopen Led, 2009).

Ha fondato – con Diana Lama e Luciana Scepi – l’associazione Napolinoir e, successivamente con Bruno Pezone, il network Mondo Cult – Editoria, Eventi, Comunicazione (www.mondocult.it), che promuove l’Entertainment fra letteratura, cinema e fumetti.

Da qualche anno in Italia assistiamo a una regionalizzazione del Giallo. Quali le origini storiche del giallo napoletano?
Non sta a me tracciare un resoconto storico dettagliato. Ci sono addetti ai lavori piů competenti di me per parlarne. Posso perň tranquillamente affermare che giallo e nero sono colori ricorrenti nella nostra narrativa, piů di quanto non si creda. Basta sfogliare attentamente l’opera di celebri firme come Matilde Serao o Salvatore Di Giacomo. Uno dei padri ufficiali del giallo napoletano č poi stato l’Attilio Veraldi autore de La Mazzetta (1976). Un maestro di stile e scrittura paragonabile soltanto al milanese Giorgio Scerbanenco. Da allora tanta acqua č passata sotto i ponti.

Negli ultimi anni il giallo napoletano ha assunto una particolare connotazione (mistery, horror, fantastico) oppure si sta espandendo in tutte le direzioni?
Si sta espandendo in innumerevoli direzioni. Abbiamo dei gialli paranormali come quelli che ci propone Maurizio de Giovanni con il suo Ciclo del Commissario Ricciardi (Fandango Libri), thriller affilati come rasoi come quelli di Diana Lama nei suoi Solo tra ragazze e La sirena sotto le alghe (Piemme), polizieschi solidi come La Stagione dei suicidi di Ugo Mazzotta (Todaro) o come lo splendido Bianca di Patrizia Rinaldi (Dario Flaccovio), degli autentici horror come quelli proposti da Simonetta Santamaria in Dove il Silenzio muore (Cento Autori) e dei veri e propri “urban fantasy” come quello proposto da Bruno Pezone ne La Catena di Partenope (Boopen Led).

In che modo si differenzia il giallo napoletano, se si differenzia, da quello nato in altri contesti?
Il giallo napoletano ha sue caratteristiche peculiari esattamente come il giallo romano o quello milanese. E’ ovviamente influenzato dal contesto socio/culturale/urbano della nostra cittŕ. La varietŕ dei suoi quartieri e le sue contraddizioni interne rappresentano un serbatoio inesauribile di storie.

La Napoli di autori come Massimo Smith, Patrizia Rinaldi, tanto per citarne alcuni č una Napoli scura, nebbiosa, battuta dal vento e dalla pioggia, una cittŕ climaticamente nordica. Niente a che vedere con la Napoli solare e mediterranea presente nell’immaginario collettivo. E’ cambiata la cittŕ o sono gli autori che nel raccontare storie noir ne mettono in evidenza gli aspetti piů cupi?
Come giŕ premesso: un po’ e un po’. Napoli ha subito e subisce profondi cambiamenti, spesso in negativo, dovuti ad una spaventosa incuria da parte di tutti coloro che dovrebbero tutelarne il patrimonio umano e culturale. Al tempo stesso la storia di Napoli č da sempre piena di storie misteriose ed inquietanti, in contrasto con la sua immagine stereotipata. I nostri autori si lasciano ovviamente attirare da questo lato oscuro e cercano di raccontarlo in tutte le sue sfaccettature.

Alcuni autori napoletani si dividono fra attivitŕ letteraria e fumetto, forse per la presenza in cittŕ del Comicon, Salone internazionale del Fumetto e dell’Animazione. Esiste una relazione biunivoca fra giallo e fumetto?
La relazione pericolosa tra Giallo e Fumetto č un leit-motiv ricorrente, dai fumetti di Dick Tracy allo stesso Batman. Io stesso ho una grande passione per il fumetto che ho concretizzato ideando Le Avventure di Argos 7, curioso mix tra 007 e Spiderman sullo sfondo della Roma degli Anni 60.
Attualmente sono al lavoro sulla versione a fumetti dell’antologia Questi Fantasmi che ho curato per Boopen Led e che contiamo di presentare proprio al Comicon di quest’anno.

Tu hai dato vita alle associazioni www.napolinoir.it e www.mondocult.it, insieme ad altri scrittori e scrittrici. Quali sono gli scopi che vi siete proposti al momento della costituzione? Quali attivitŕ svolgete?
Gli scopi fondamentali sono da sempre quelli di divulgare e promuovere la scrittura di genere (napoletana ma non solo) e di realizzare Eventi a forte aggregazione di pubblico. Progetti editoriali, tavole rotonde, serate a tema sono solo alcune delle attivitŕ che costituiscono il nostro iter quotidiano.

L’antologia Questi Fantasmi uscita nel 2009 č stata trasformata in un testo teatrale rappresentato al Castel dell’Ovo. Una presentazione/rappresentazione dell’opera? Ha avuto successo? Vuoi spiegare di cosa si tratta e come č nata l’idea?
L’idea č nata dalla proposta dello scrittore e regista teatrale Lucio Leone, fra gli artefici dell’intero progetto sui fantasmi napoletani. Le prime rappresentazioni – tenutesi al Volver Cafč e nella prestigiosa cornice di Castel dell’Ovo – hanno avuto un notevole riscontro di pubblico. Ma stiamo puntando ad uno spettacolo sempre piů elaborato e spettacolare, con l’ausilio di un gruppo di giovani e bravissimi attori ed una regista, Valentina Abussi, creativa e brillante.

susanna daniele

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