Ipnagogica



Christian Sartirana
Ipnagogica
Acheron Books
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Tutta la realtà, nient’altro che la realtà.
Sono indeciso, non so se raccontarvi di quella volta in cui il mio riflesso è uscito dallo specchio per aggredirmi o se, a causa di una quasi omonimia, ho dovuto contestare un accertamento all’Agenzia dell’Entrate.
Dato che non avete paura di nulla, vi porterò nei più oscuri meandri della burocrazia fiscale.
Anche perché è l’unica realmente accaduta, l’altra è la conseguenza di una digestione parecchio impegnativa. Tranquilli, non ho davvero intenzione di terrorizzarvi con la storia di una cartella esattoriale compilata da un laborioso funzionario manovrato da Titivillus, quel simpatico diavolo che secoli fa ingannava gli amanuensi e ora dimora in tutti i pc.
Ok, la smetto ma non è colpa mia se riduco il malessere vissuto trasformando il passacarte in un uomo posseduto da un’entità determinata a impossessarsi della mia vita.
Sappiate che è stato più facile battere il riflesso che dimostrare la semplice evidenza che io non ero un altro.
Perché le storie dell’orrore hanno il compito di sublimare ed esorcizzare le paure molto concrete che destabilizzano la nostra quotidianità.
Ed è per questo motivo che esco dal territorio del crime per recensire Ipnagogica, un’antologia di cinque racconti scritti da Christian Sartirana ed edita da Acheron Books. Gli incubi descritti dall’autore hanno una essenza rarefatta che assume dei contorni solidi e precisi in grado di infiltrarsi nella realtà e stravolgere l’esistenza dei protagonisti. Proprio come accade nelle allucinazioni ipnagogiche, quelle suggestioni di natura illusoria presenti tra la veglia e il sonno, in grado di condizionare la coscienza del soggetto.
Dal disagio esistenziale alla fissità maniacale verso una deformazione fisica, le incredibili e inspiegabili dinamiche dei sortilegi, porte che permettono il passaggio di misteriose inquietudini tra dimensioni sovrapposte, l’irruzione di una terribile salvezza dalla corruzione e la decadenza, la fastidiosa presenza polverosa della memoria di un’intera città.
C’è di che mordere e riflettere, senza venire turbati da scene ad alto contenuto sanguineo o violenze gratuite esposte per allestire l’ennesima mostra delle atrocità. Sono tutti ambientati nella provincia italiana, per la precisione in Piemonte, hanno un andamento uniformemente accelerato nel sondare gli angoli oscuri della psiche e il pregio di riattualizzare una longeva tradizione folkloristica.

Mirko Giacchetti

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