Jeffrey Moore e La società degli animali estinti



Jeffrey Moore
Jeffrey Moore e La società degli animali estinti
Isbn Edizioni
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Basta solo dare un’occhio alla copertina per essere attratti da La società dagli animali estinti, la black comedy di Jeffrey Moore edita per i tipi di Isbn Edizioni. Terza prova dello scrittore canadese che vive nel Québec che come il suo protagonista nutre “un grande amore per gli animali e una generale avversione per gli esseri umani”, come mi ha confessato durante una rumorosa intervista (nel mentre incombeva un piccolo party in suo onore) che mi ha concesso al Salone del Libro. Una persona fortemente gelosa della sua privacy per cui risulta “molto difficile parlare di me stesso”, ma che ha scelto di andare a vivere lontano dalla “civiltà” per scrivere il suo “libro sull’ambiente”.

Un romanzo che si concentra sul tema della caccia, ma non solo quella agli animali, bensì di un bracconiere crudele e sanguinario che vive e uccide nelle foreste del Québec, che inizia quasi come un film horror ma che ti prende solo come i migliori noir sanno fare. Una narrazione a due voci, quella di Nile Nightingale, un “Monet, un uomo bello da morire da lontano, ma non altrettanto da vicino (..) stremato e con gli occhi tristi dei cani tristi”, e Céleste adolescente turbata e agelastica (non incline alla risata), che Nile decide di salvare e accudire. Una strana amicizia tra due emarginati, due esseri umani in via d’estinzione (come il coguaro orientale del libro), un uomo che scappa dai fantasmi del proprio passato e una ragazzina in fuga da pericoli reali.

“Sarei orgoglioso di avere una figlia come Céleste” – mi ha confidato Moore –  perché è una ragazzina che lotta, perché è stravagante e controcorrente e deliziosamente bizzarra. Non si veste o parla come le altre sue coetanee, non è maliziosa e neppure plagiata dalla televisione. Certo, non la capisco, così come non capisco nessun adolescente, ma la ammiro anche perché so quanto vuol dire essere una voce fuori dal coro. In quanto a Nile, bè abbiamo alcune cose in comune, ma io non sono né un ex tossicodipendente né  sono in fuga”. Nile e Céleste, i due protagonisti, due personaggi superbamente sviluppati, con tratti di humor nero ma che illuminano questa storia fondata sulla volontà di resistere di fronte alle difficoltà.

Un romanzo commovente, intenso e cruento sul bracconaggio indiscriminato in cui le vittime sono animali inermi, in cui l’autore descrive in modo minuzioso ma mai morboso le torture inflitte agli animali, come la “spremitura”, o la frittura (in senso letterale) dell’orso vivo, che diventa piatto “prelibato” e dagli effetti terapeutici destinato ai palati di donne e uomini facoltosi.  Un libro nato anche da motivazioni personali, come mi ha raccontato lo stesso Moore: “Io avevo un gatto che amavo moltissimo, si chiamava Huxley. È scomparso in circostanze misteriose e sicuramente è morto. Ecco, io non ho alcuna prova ma credo che sia finito in una trappola d’acciaio, una delle tante disseminate nei boschi del Quèbec. Ovviamente sono tutte illegali e sono orgoglioso di poter dire che qualcuna l’ho smontata”. E continua: “Passeggiando per i boschi, una volta ho scoperto che un tizio aveva un cane incatenato in casa, allora ho deciso di lasciare un biglietto minaccioso nella casetta postale del proprietario. Qualche giorno dopo ho trovato il cane felice e libero dalla sua catena e fuori nel cortile. Ecco, diciamo che ho deciso di scrivere questo libro per vendicare la morte di Huxley e per aiutare gli animali ad essere liberi, come nel caso del cane prigioniero.”

Un thriller animalista, che trasforma il Quebèc da idilliaco posto per villeggiatura in una zona macabra piena di predatori senza scrupoli. Un romanzo sulla crudeltà della natura umana, fatto di dialoghi arguti e arricchito da stralci di poesie, un noir con i fiocchi, all’altezza di quelli scritti da PD James, Elmore Leonard e Raimond Chandler che Moore mi ha confessato di “apprezzare tanto”. Un libro da leggere perché è tante cose insieme: è un romanzo di intrattenimento, un noir, una commedia umana e una chiamata alle armi per tutti gli ambientalisti e non.

Francesca Colletti

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