Killing rock revolution
Dopo aver scontato tre anni di carcere per rissa e lesioni ai danni di un poliziotto, il giovane Steve McBrown si ritrova a Londra nell’ottobre del 1969 a corto di soldi e senza un posto dove stare. Passa così da un lavoretto all’altro, finché nel marzo del 1970 conosce PJ, un bizzarro personaggio destinato a cambiargli la vita. PJ è, infatti, un giornalista, meglio ancora un critico musicale, che assume Steve come suo fotografo ufficiale. L’esistenza dei due entra in un vortice che li trascina per tutto il Regno Unito, al seguito delle più grandi rockstar dell’epoca. Dopo una serie di concerti, intervallati da serate a base di alcool, sesso e ogni sorta di stupefacenti, Steve approda sull’Isola di Wight, dove si terrà uno dei più grandi raduni musicali di sempre, quello dell’estate del 1970. Non tutto, però, fila liscio: il giornalista ha, infatti, confidato al fotografo che esisterebbe un piano della CIA e dei servizi segreti inglesi per eliminare alcune delle rockstar più scomode, in primis Jimi Hendrix e Jim Morrison. Proprio sull’Isola di Wight, Steve viene agganciato da due agenti segreti che, sotto la minaccia di riportarlo in prigione, lo incaricano di uccidere i due musicisti. Il giovane fotografo si trova così catapultato nella Parigi del 1971 sulle tracce del leader dei Doors, il cosiddetto Re Lucertola.
Killing rock revolution si muove fra il thriller spionistico e il racconto di una generazione che ha fatto di “sesso, droga e rock’n’roll” il proprio credo. Accanto al personaggio di Steve McBrown appaiono, dunque, i più grandi musicisti dell’epoca, fra i più grandi di sempre. Canzoni e concerti destinati a restare nella memoria della gente, anche a quasi cinquanta anni di distanza… e sicuramente oltre. Da non sottovalutare assolutamente la trama gialla del romanzo, che regala un sorprendente colpo di scena finale, degno della miglior tradizione di genere.
Killing rock revolution
Massimo Ricciuti
