Genova criminale



AA.VV
Genova criminale
Novecento
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Riporto testualmente la frase: Il fascino noir di una città, raccontare Genova si può, si deve Bruno Morchio.
A cui aggiungo volentieri la presentazione dell’antologia che trovo molto azzeccata: «Il mare e il nero che inghiotte tutto. Una città abbarbicata sulle colline e protesa sugli scogli, una città bifronte teatro di efferati delitti: Genova. Il centro storico più esteso d’Europa, inquietante e affascinante, con i suoi carruggi carichi di mistero; la Darsena, trasformata da Renzo Piano in un salotto meta di turisti nel quale si respira ancora l’antica tradizione del porto commerciale, regno dei camalli; il centro storico cantato e mitizzato da De André e triste testimone dei fatti del G8.
Una città ambigua Genova, sempre e comunque. Palcoscenico ideale per le penne noir di sette scrittori che hanno raccontato, quartiere per quartiere, un capoluogo ligure mai così criminale.»

Un’altra antologia “cittadina” Calibro noir Novecento stavolta in “salsa genovese” (o potremmo addirittura dire pesto?) Comunque, facendo le persone serie, il suo curatore: Roberto Centazzo – ideatore in accoppiata con Marco ( Mister Rock) Pivari di Noir is Rock, il plalinsesto radiofonico su Savona Sound, dal quale transitano da due anni tutti i più noti giallisti italiani – ha fatto un fischio, ha radunato attorno a sé una bella squadra e l’ha messa alla penna. E l’esperimento funziona, eccome.
Comunque oltre a lui in rigoroso ordine alfabetico cito doverosamente: Annamaria Fassio, Gianluca Ferraris, Maria Masella, Andrea Novelli (che poi scrive in simbiosi con Zarini), Cristina Rava, Gianpaolo Zarini (vedi Novelli).
E voilà il risultato: Genova Criminale.
Due righe, due, per qualche antipastino succoso, tanto per gradire.
In Angela, Angela amore mio: Annamaria Fassio rimette in campo la sua commissario capo Erica Franzoni – con una brevissima comparsata del vice questore Antonio Maffina, mentre è alle prese con un operistico delitto di sapore wagneriano commesso con una Glock che ha lavorato una volta di troppo.
In Ferite, Maria Masella, servendosi del braccialetto d’argento legato allo strano omicidio di una barbona, riporta in scena terribili segreti e non sopite ferite legate agli anni ‘70, all’epoca degli scontri tra gruppi estremistici di destra e sinistra.
In La ragazza al centro della foto, Roberto Centazzo si diverte a costruire un detective privato – un bel mixer di Mike Hammer, Philip Marlowe e Sam Spade ma alla genovese -, che gira in Saab decappottabile e si ritrova coinvolto nella complicata ricerca di una bella ragazza fotografata solo di schiena.
Calibrato e godibilissimo Lo straniero, con il personaggio di Novelli&Zarini, l’impassibile killer inglese alla James Bond (molto Daniel Craig e quindi ultima serie), in grado di manovrare ad hoc un attrezzista su un set cinematografico e mettere in scena un delitto esemplare.
Cristina Rava invece, in Quasi impossibile, costringe il suo medico legale, Ardelia Spinola, ormai felicemente accasata e trapiantata in campagna, a una scappata cittadina, confrontandola con un duplice omicidio, uno strano duello tra il marito stagionato e il giovane amante di una bella genovese, dove aleggia l’inconfondibile sentore dei narcotrafficanti colombiani.
E, per finire in Black, Gabriele Sarfatti, il giornalista di Gianluca Ferraris, per colpa di una tenera, vecchia amicizia giovanile si trova a fare i conti e a contrattare con la mafia dell’Europa dell’est, per sbrogliare l’assassinio di Kasia, giovane prostituta albanese.

 

Patrizia Debicke

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