La mezzaluna di sabbia – Le ultime indagini di Gori Misticò – Fausto Vitaliano



Fausto Vitaliano
La mezzaluna di sabbia
Bompiani
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“Siamo tutti morti che per il momento sono ancora in vita, ecco come stanno le cose”. Questa frase è forse la sintesi estrema di “La mezzaluna di sabbia – Le ultime indagini di Gori Misticò” di Fausto Vitaliano, Bompiani Editore.
Ma andiamo con ordine e inquadriamo la scena sulla quale si muovono i personaggi di questa storia pervasa da un costante senso di caducità, eppure sempre viva, in cui il protagonista si muove tra gradevoli ricordi e desolato presente, che dopo una carriera votata all’Arma, si vota a compiangere se stesso e un destino che sembra inesorabilmente avverso.
Un paesino della Calabria diviso in due: San Telesforo Superiore e San Telesforo Marina. Un maresciallo dei carabinieri in congedo, Gori Misticò, che ha chiesto di andare in pensione perché da due anni combatte, con fervore alterno e sempre più affievolito, contro un cancro della prostata, fatto ignoto a tutti. Tre cadaveri: uno sconosciuto: straniero, uno molto conosciuto: il barone Celata di Lauria, un terzo del quale è meglio non svelare l’identità per non togliervi il piacere di leggere. La moglie del barone, dedita a opere di beneficienza in tutto il mondo e il figlio del barone, un inseguitore di sogni e cause perse. Qualche malavitoso, un comandante provvisorio della stazione dei carabinieri. Ettari di terreno del latifondo dei Celata, al centro dei quali troneggia l’enorme palazzo di famiglia, e una spiaggetta incantevole a rischio ruspe e speculazione edilizia, investitori russi, un trio di ragazzi che ha preso strade diverse, molto diverse. Un segreto che affonda in un lontano passato, ma che riemerge improvviso e scatena effetti imprevedibili.
Vitaliano, che è uno degli sceneggiatori di punta di Disney Italia, di qui la passione di Misticò per Topolino e per alcune delle sue storie più famose, è riuscito a disegnare una storia molto reale, piena contrasti, per niente accomodante o confortevole, né tantomeno piena di luoghi comuni sulla Calabria e sul Sud. I personaggi si muovono in una sorta di meccanismo a orologeria, in cui ogni ingranaggio compie il proprio dovere perché ha pieno titolo di farlo, non perché sia inevitabile che lo faccia. Alcune dinamiche che possono apparire scontate, non lo sono affatto, c’è sempre la possibilità di un cambio di rotta, di un’inversione, che a volte avviene e altre no. Il tutto immerso nella storia personale di Gori Misticò, che sembra avviata verso una fine prevedibile, tra i tormenti del protagonista, la sua indolenza, la sua voglia di lasciarsi andare, i suoi dolori, le sue delusioni e il suo orgoglio ferito dalla malattia, orgoglio che però ricompare quando meno te lo aspetti.
Un personaggio non facile, che può farti anche incazzare, ma proprio per questo molto immediato. Un personaggio al quale il lettore si lega, condividendo le sue fragilità e cercando a volte di scuoterlo, perché a Misticò ci si affeziona, così come gli è affezionato il brigadiere capo Federico Costantino, suo sostituto provvisorio a reggere la stazione dei carabinieri. E l’idea che queste possano essere le ultime indagini di Misticò, come cita il sottotitolo, può creare seria preoccupazione: si rischia di andare in crisi di astinenza, perché ha caratteristiche, spessore e una umanità normale, che possono farlo diventare un personaggio seriale.
Certo, nella prima fase della sua vita e della sua carriera, di normale per il maresciallo c’è stato ben poco, e lo scoprirete leggendo, ma il ritorno alle origini, al suo paese di quattro anime, ai ricordi di gioventù, al ritmo lento di una terra sempre in bilico fra il dramma e lo stupore di una natura meravigliosa, gli avevano permesso di recuperare quella normalità che tanto gli era mancata. Poi, la malattia e il cambio drastico delle prospettive, della quotidianità, i viaggi periodici a Milano per le cure.
È un altro Misticò, che ha cominciato a scavare in se stesso, nel suo passato, nei suoi torti, nelle sue paure. Un uomo al quale il cancro ha spostato equilibri, convinzioni, certezze, tirando fuori “la verità da dentro di te, mostrando al mondo di che reale pasta ciascuno è fatto. Ecco, la malattia, più che da rivelatore fa da amplificatore. Aumenta, espande il tuo sé più intimo, lo ispessisce, lo consolida. Se sei caritatevole ti fa diventare santo; se sei collerico ti rende intollerante; se sei paziente ti trasforma in un babbeo… Gori Misticò era diventato un ex predatore che manco capiva più il senso della caccia”. Riuscirà a ritrovare la voglia di cacciare? E se sì, perché? Sbroglierà la matassa intricata e i tanti misteri che si nascondono dietro tre omicidi? Tocca a voi scoprirlo.
Intanto, vi lascio con le riflessioni sulla vita di don Marco, il giovane prete bergamasco che riesce a mettere in piedi una innovativa, quanto estemporanea processione: “La vita a volte sembra proprio una interminabile lista di errori. Però poi basta fare una sola cosa giusta, nel momento in cui possiamo farla”.

Michele Marolla

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