Charlie Resnick, poliziotto inglese di origini polacche, indaga su un furto nella casa di un regista cinematografico di seconda categoria, convinto che la versione dei fatti fornita dall’insoddisfatta moglie del derubato abbia qualcosa che non va. Naturalmente ha ragione, ma ci vorrŕ tutto il libro per venire a capo dell’intricata matassa. Ladri a Nottingham – scritto nel 1990 e riesumato solo oggi da Giano – č un gran bel libro, ambientato nella provincia settentrionale e molto “inglese moderno” sulla scorta di Reginald Hill, Ruth Rendell, Ian Rankin, R.D. Winglfield.
Come questi autori, Harvey sa creare una trama impeccabile, ambienti realistici, personaggi sapientemente delineati, in piů, moltiplica i livelli narrativi senza perdere un colpo. E non č facile realizzare un poliziesco appassionante in cui non ci sono morti nč sangue, ma solo furti, minacce e indagini. Harvey perň č un maestro ed un vero scrittore, capace di piegare il genere e mostrarne la duttilitŕ. Il risultato č che, nel piacere della lettura, l’oggetto dell’indagine perde importanza (come insegna il falcone maltese), ciň che conta č la tensione, la capacitŕ di descrivere i difetti, i desideri e le frustrazioni dei personaggi, di immergere il lettore nella frenesia della caccia.
Questo dovrebbe insegnare qualcosa a quegli autori che credono che appassionare il lettore significhi elevare esponenzialmente il livello di efferatezza e sanguinositŕ delle loro fantasie personali.