Libri per ragazzi: Il libro dei morti – Annalisa Strada

Annalisa Strada
Il Libro dei Morti
Pelledoca


No, non si tratta del famoso Libro tibetano dei morti e nemmeno del Libro dei Morti egizio, risalenti a tempi antichi e paesi lontani, o di un testo esoterico d’accatto: Annalisa Strada, docente di lettere e autrice di oltre quaranta libri per ragazzi con un Premio Andersen tra gli altri, si è superata con un romanzo oltremodo avvolgente e inquietante. Che inizia come una normale storia di crescita di un’adolescente, che però ha qualcosa di anomalo che si deduce da piccoli dettagli e riti metodici se non maniacali, prosegue come un thriller psicologico con comportamenti strani e misteriosi di altri personaggi che entrano o vengono evocati in scena, infine disseppellisce (letteralmente) un cold case. Sempre attraverso un accumulo di segni e indizi, prima minimi poi deflagranti, che grazie a una scrittura calibrata, cesellata riescono a tendere allo spasmo il mistero: curiosità, tensione, ansia, inquietudine. Fino a uno sprofondo di violenza, mirata, pura; altro che setta satanica, maledizione del parco, trame della massoneria. 

Il Libro dei Morti in questione è l’Albero di Famiglia genealogico che Diletta, una anziana vicina di casa paralizzata, fa leggere a Letizia, che con l’amico Marcello, un suo simile (in che senso?), è la protagonista dapprima insicura, ma poi sempre più determinata via via che turbamenti e sconvolgimenti suscitati da ricordi e scoperte la avviluppano. Che cosa è successo più di mezzo secolo prima? Tre amiche nel parco, tre amici, tre coppie, poi a cascata l’indicibile (allora), un suicidio, un omicidio, un rogo mortale, un avvelenamento, altri morti, tradimenti, un intollerabile senso di colpa e una tremenda autopunizione.

Nella lettera finale la vecchia scrive alla ragazza che ha voluto farne il suo angelo vendicatore e sgravarsi dal pesante fardello del passato e della vita. Forse perché Letizia è la giovinezza in cui si è vista riflessa. L’attualità infine riprende il sopravvento e Marcello fa le prime prove di giornalismo scrivendo sul quotidiano locale: il diritto di cronaca impone il ristabilimento della verità e della giustizia anche a distanza di anni. Nella calura della ricerca in vecchi archivi i due giovani si sono sfiorati, toccati, abbracciati, hanno mescolato il sudore. Si meritano un gelato e anche una birretta, minima gradazione però. Un altro piccolo gioiello dell’editrice Pelledoca.
Da 12 anni

             

Fernando Rotondo

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