Loop



Simone Togneri
Loop
Meme
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Una serata romantica per festeggiare il compleanno, una tortuosa strada panoramica che guarda la Versilia dall’alto. Improvvisamente due fari che sopraggiungono a folle velocità e invadono la carreggiata. Poi lo schianto. Al risveglio solo vuoto e dolore. Dolore non solo fisico, quello si può sopportare, il dolore vero, quello che fa malissimo e non passa, è quello dell’anima, é quello della vita spezzata, bruciata in un lampo del tuo amore e il dolore di tua figlia che è forse è troppo piccola per capire, o forse è talmente sensibile da intuire tutto.
E il vuoto è quello di una giustizia che manca, che non può punire un colpevole che se ne torna indisturbato e sbruffone alla solita vita, incurante del dolore altrui e senza il minimo senso di colpa. Il protagonista è un uomo normale, talmente normale che Togneri non lo chiama mai per nome, ha una vita tranquilla, da paese, una figlia da crescere da solo e l’incubo che qualcuno gliela possa portare via a causa del trauma subito che si palesa in inquietanti disegni raffiguranti la mamma morta. Ma è possibile che anche la piccola Aura veda la mamma? Sì, anche, perchè il fantasma di Mia, morta nell’incidente, si palesa al protagonista con un’inquietante richiesta.
Solo facendo ciò che la moglie gli chiede, il protagonista è convinto che troverà pace.
Ristabilire quello che lui crede sia la giustizia gli riporterà la serenità o lo farà invece cadere in un “loop” senza fine? Quello che succede è reale o è solo una conseguenza dell’inaccettabile dolore?
Un libro di grande tensione emotiva, carico di sentimenti e non privo di accuse a un sistema che solo ora, con allo studio l’ipotesi di reato di omicidio stradale, tende a colmare un inaccettabile vuoto legislativo. Non è un libro sui fantasmi, ma sulla difficile gestione del dolore, del trauma, del vuoto che segue una perdita.

Cristina Aicardi

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