Il complice – Joseph Kanon



Joseph Kanon,
Il complice
Newton Compton
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Il complice di Joseph Kanon, uno dei maestri dello spionaggio, è un denso crogiolo di suspense psicologica. Siamo nel 1962. Dopo la funambolica cattura di Eichman in Argentina da parte del Mossad, il successivo processo e la condanna a morte in Israele nel 1962, molte cose stavano  cominciando a cambiare anche in  Germania. Fritz Bauer, il pubblico ministero di Francoforte  che aveva messo gli israeliani sulle tracce di Eichman voleva scoperchiare la pentola, insomma  intendeva imbastire una serie di processi a criminali nazisti in territorio  tedesco. Per anni si era cercato solo di dimenticare, ma per alcuni era finalmente venuto il momento di fare pulizia. Pulizia che tuttavia si poteva fare solo scovando gli imputatati per addebitare loro prove e accuse precise per ottenere l’estradizione dai paesi che la concedevano, purtroppo  l’Argentina non era tra questi. (Bauer ci riuscirà parzialmente nel 1963 con il processo di Francoforte, o processo di Francoforte Auschwitz, noto anche come secondo processo di Auschwitz, tenutosi in Germania a Francoforte sul Meno fra il 1963 ed il 1965 nei confronti di 22 imputati accusati dei crimini commessi nel campo di concentramento di Auschwitz fra il 1940 ed il 1945. Questo processo fu il primo tenuto di fronte a una corte tedesca per giudicare i crimini dell’Olocausto.)                                      
Il romanzo di Kanon comincia, dicevamo, nel 1962  con Max Weill, ebreo tedesco  un tempo bravo medico, unico della sua famiglia sopravvissuto alla priginio e a Auschvitz, che sta pranzando ad Amburgo con suo nipote, Aaron Wiley, naturalizzato americano e agente analista  della CIA, presso l’Alsterpavillon vicino al lago. Aaron, sa che sua madre e tutti gli altri rimasti in Germania  sono stati vittime dei nazisti ma non ha mai conosciuto sulla sua pelle gli orrori della persecuzione perché suo padre Herschel, fratello di Max, era fuggito con lui per tempo in America, dove poi aveva cambiato il loro nome da Weill in Wiley. Max Weill, alla fine della guerra, dopo aver abbandonato la professione, si era trasformato in un ricercatore  o meglio in un  cacciatore di nazisti. Suo nipote  Aaron si è preso qualche giorno di ferie per  cercare di convincere lo zio, ormai suo unico parente rimasto in vita, ad abbandonare le sue frenetiche caccia all’uomo, pensare alla sua malandata  salute e andare a riposarsi o negli Stati Uniti o in Israele. Ma mentre i due stanno chiacchierando e mangiando nella terrazza all’aperto, Max Weill si blocca: è sicuro di aver appena riconosciuto tra la gente che cammina nel viale Otto Schramm, il medico nazista famoso per aver compiuto orrendi esperimenti sui bambini e colpevole di aver mandato suo figlio Daniel, appena dieci anni, alle camere a gas. Si alza, lo indica, fa per inseguirlo, ma il cuore lo tradisce e riesce solo a mormorare «Aaron,  sono sicuro è lui», prima di accasciarsi travolgendo i tavoli, stroncato da un infarto. Tutti accorrono per prestare soccorso, salvo l’uomo indicato da Weill che si allontana velocemente, senza voltarsi.  Mentre lo zio è all’ospedale tra la vita e la morte, Aaron Wiley , con l’aiuto dell’amico giornalista di Weill ,scoprirà che  Otto Schramm, dopo la cattura di Eichmann ha finto la propria morte in Argentina ma invece è ancora vivo e ormai certo della propria impunità  ha rischiato di tornare  in Germania per assistere al funerale della moglie, da anni ricoverata in manicomio. Sul letto di morte in ospedale Max Weill riesce a convince suo nipote Aaron  a prendere il suo  posto per  rintracciare Schramm e consegnarlo alla giustizia. Per farlo però Wiley dovrà  volare in Argentina. La sua vita sta per cambiare, condizionata da tanti, diversi e contrastanti  fattori. E con la sua vita, tutte le scelte che dovrà fare e le decisioni che dovrà assumere. Per ritrovare le tracce dell’assassino nazista, dovrà incontrare e conoscere Hanna  Crane, la figlia di Schramm, ma questo complicherà  la sua missione perché lei è bella e desiderabile, tra loro corre qualcosa e Aaron si innamorerà di lei, riamato. Ma il ricordo della sua promessa a Max, complica le cose e per lei sarà un choc quando scoprirà la sua vera identità e i suoi intenti. La loro sarà una storia d’amore, d’incomprensione e poi di mutua comprensione e appoggio a doppia faccia, raccontata in gran parte attraverso i dialoghi e ambientata nella haute  dell’intrigante Buenos Aires, in cui l’atmosfera politica per gli ex nazisti, nonostante l’esilio in Spagna  di Peron, concede ancora largo spazio e copertura. Molte e diverse correnti storiche emergono nella storia di Kanon. Il ruolo del Mossad nella cattura di Eichmann si rispecchia  nel personaggio di Nathan, che fa parte dell’ambasciata israeliana in Argentina. Il ruolo svolto dalla ratline, la via di fuga coperta dal Vaticano, nel dopoguerra si riflette nel viscido  monsignor Luis Rosas. Kanon poi  approfondisce senza scrupoli il ruolo che gli Stati Uniti hanno svolto nel cooptare ex nazisti al servizio della CIA come strumento contro l’Unione Sovietica durante la fiorente Guerra Fredda. Non una mossa molto etica da parte dei politici di Washington, ma la paura della minaccia comunista consentì agli Stati Uniti di prendere una serie di decisioni che  solo un gentile eufemismo permette di definire “problematiche”.  Kanon sviluppa anche con efficacia altri personaggi come  Fritz Gruber, il giornalista tedesco diventato  partner di Max nella caccia ai nazisti. Goldfarb, l’ebreo proprietario di una fabbrica di macchine da cucire a Buenos Aires che darà appoggio ad Aaron e al Mossad.  Il dott. Markus Bildener, grosso funzionario  nazista che dal suo ufficio di Berlino aveva ordinato gli esperimenti di sterilizzazione di Schramm sotto Mengele e ora  da Buenos Ayres stava aiutando  Schramm a  lasciare l’Argentina.  E poi c’è ancora un’altra faccia della medaglia, Jamie Campbell, amico di Aaron, un agente della CIA a Buenos Aires, che all’inizio l’aiuta nella sua ricerca di giustizia. Ma dopo, visto che  i suoi superiori di Washington hanno altre idee per Schramm,  Aaron dovrà trovare il modo di tenere il medico nazista sia lontano dagli israeliani che vogliono ucciderlo che dalla CIA che invece intende assoldarlo. Il suo intento invece sarebbe di spedirlo in Germania ad affrontare un  processo e punire nel modo giusto qualcuno responsabile della morte di vittime innocenti. Ma  secondo gli americani, ormai cosa importa? E invece un falso morto potrebbe diventare molto  utile. Un romanzo  corale, un thriller tragico, sottilmente psicologico e intrigante che coinvolge ed emoziona il lettore fino in fondo.  Giusto precisare che Otto Schramm. il medico tedesco al centro del romanzo, è solo figlio della fantasia dello scrittore. Non è mai esistito ma rispecchia un fedele ritratto di tanti mostruosi criminali nazisti.

Patrizia Debicke

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