Nell’attesa del suo incontro online di giovedì 3 dicembre alle ore 18.00 con Alessandra Calanchi per parlare di Tracce dal silenzio finalista al Premio Scerbanenco, riproponiamo la nostra recensione al libro di Lorenza Ghinelli
Il silenzio può nascondere dei mostri e Nina, a soli dieci anni, lo sa bene: costretta alla sordità a causa di uno sfortunato incidente, sente già gravare su di sé la sensazione di essere esclusa dal mondo o relegata in un angolo mentre la vita scorre veloce tra suoni e melodie che non riesce a cogliere se non in modo artificiale; ma una sola, una melodia unica e macabra può ancora sentirla: è il suo potere speciale. Nel cuore della notte, infatti, Nina si desta dal sonno con una canzone, sempre la stessa; un inquietante flusso di parole e suoni che la trasportano fuori dal suo letto e, sempre nello stesso istante, un omicidio viene compiuto. Insieme a suo fratello Alfredo, a cui dovrà svelare questo bizzarro segreto, Nina riuscirà a trovare l’assassino colpevole di svariate morti, non aspettandosi che sia in realtà una persona a lei così legata. A fare da sfondo è la vita di una famiglia, quella di Nina e Alfredo, particolarmente segnata dagli eventi negativi succedutisi nel tempo; sarà un tentativo di risolvere un mistero, ma anche di sanare quelle crepe che hanno portato la vita matrimoniale dei genitori di Nina a un passo dal baratro. Lorenza Ghinelli , con il suo vocabolario forte e incisivo, riesce a far entrare nella storia trasportando il lettore in un clima di ansia e curiosità; è una lettura scorrevole e avvincente che lascia con il fiato sospeso e che porta a capire non solo chi ha compiuto i delitti, ma anche le motivazioni emotivamente spiegate con flashback di scene crude e, a tratti, strazianti.
“Se nel silenzio si acquattano i mostri, i ragazzi devono correre più forte. Altrimenti si muore.”
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