L’oro di Baghdad



Marco Forneris
L’oro di Baghdad
Sandro Teti Editore
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Basta sconfiggere un dittatore feroce per assicurare pace e normalità a una terra frastagliata, divisa e complicata come il Medioriente? La risposta ovviamente è no. E l’ultimo romanzo di Marco Forneris ce lo racconta in maniera efficace e eccitante tra guerra di spie, flussi di denaro che scompaiono o viaggiano per buona parte del globo terrestre e un equilibrio politico e sociale pronto a crollare come castelli di sabbia in una tormenta nel deserto.
Fin dalle prime scene del libro il lettore si immedesima in un clima di tensione pura con un incidente stradale che segnerà le sorti di molti uomini distanti e distinti gli uni dagli altri, ma colpiti da una uguale sorte o destino che li mette, loro malgrado, sulla scacchiera di un intrigo internazionale al cui centro c’è l’enorme tesoro accumulato da Saddam Hussein durante il periodo di potere assoluto esercitato in Iraq.
Su una strada provinciale della Siria occidentale, in una livida mattina del 2004, una berlina con a bordo due alti funzionari dei servizi segreti siriani e iracheni, perde il controllo e finisce fuori strada uccidendo all’inizio solo uno dei due uomini, l’altro, spira qualche tempo dopo sotto gli occhi di Adan, un semplice operatore turistico di Homs, che si ritrova nel posto giusto al momento giusto e con la lucidità sufficiente per cambiare nel bene o nel male la sua vita per sempre.
Adan, sceso dalla sua Toyota di terza mano per avvicinarsi alla berlina uscita malamente fuori di strada, comprende immediatamente che le persone coinvolte nell’incidente mortale non sono persone qualunque e ha l’intuizione di frugare nelle loro tasche e poi nel bagagliaio dell’auto. Quello che appare sotto i suoi occhi è un vero e proprio tesoro. Tanti lingotti d’oro dal valore inestimabile, chiusi in borse anonime e facilmente trasportabili. Dal non sapere cosa fare a saperlo perfettamente, pur con tutti i rischi che la cosa comporta, per Adan è un attimo. I lingotti spariscono così come i documenti dei due alti funzionari e così come Adan. Quando gli alti vertici dei servizi segreti del Libano, della Siria, dell’Iraq e anche americani scoprono la morte dei due uomini e la sparizione dell’oro inizia una caccia internazionale che vede David Fure, abile uomo di affari incaricato dagli Usa per recuperare il tesoro e l’affascinante agente della CIA Jacqueline Chamoun, passare dalle sabbie mediorientali, alla Grecia, fino alle impenetrabili stanze della finanza svizzera, in un crescendo di tensione emotiva e pericolo per la loro missione e la loro sopravvivenza.
La nuova vita dei romanzi di spionaggio che, negli ultimi anni, sta riprendendo vigore anche in Italia passa inevitabilmente attraverso romanzi come questo di Marco Forneris che all’azione pura e alla tensione del racconto congiunge la meravigliosa attitudine alla descrizione dei luoghi e delle ambientazioni. Un dono narrativo che affascina completamente i lettori e li fa immergere del tutto nella storia, trasportandoli pagina dopo pagina. Il Medioriente che racconta Forneris, inoltre, è quello dell’imminente sconfitta di Saddam da parte della coalizione guidata dagli americani e pur rimanendo una terra piena di tensioni e con una pace fragile e fragili accordi non è ancora la terra martoriata e sconvolta dalle rovine, dalle bombe e dall’Isis in cui la trasformerà il conflitto siriano.
L’oro di Baghdad è quindi allo stesso tempo un romanzo di spie, ma anche un viaggio in terre fascinose e pericolose, e insieme un documento importante di storia contemporanea narrata però con tutta la passione di un bravo scrittore.

Antonia Del Sambro

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