Fernando Aramburu – Patria



Fernando Aramburu
Fernando Aramburu
Guanda
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Ci sono libri thriller, gialli e noir che regalano emozioni e fanno accapponare la pelle, che straziano la nostra anima e psiche facendoci vedere estratti di mondo al limite della follia.
Poi ci sono i romanzi come Patria di Fernando Aramburu che facendo riferimento a vite e situazioni vissute ci negano il sollievo di destarci a fine lettura dall’immaginario e farci consapevoli di noir quotidiani, quelli di persone comuni a noi tutti e che nessun ispettore di polizia dal carisma profondo potrà rendergli giustizia.
Le vicende di Txato e Joxe Mari, e delle loro famiglie, baschi come tanti, vissuti a cavallo del terzo millennio, nostri contemporanei, trasudano miseria esistenziale e appaiono ai nostri occhi come vittime indifese di un mondo che sembra lottare per ideali e che invece nega loro perfino la gioia proletaria dell’affetto familiare, della semplicità delle amicizie e di una vita anonima al riparo dal dolore.
Nel mondo tante sono state le guerre che hanno dilaniato popoli e costumi, purtroppo ne esistono tuttora, il romanzo di Aramburu dona ai lettori di tutto il mondo il dramma consumato nei paesi baschi durante gli anni attivi del gruppo terroristico dell’ETA, e lo fa con un’intensità e con una chiarezza che pervade il lettore dell’atmosfera di quei luoghi in quegli anni.
Non ci sono né vincitori né vinti nel romanzo dello scrittore basco ma soltanto storie di sofferenza e impotenza, di persone schiacciate nella vita da forze superiori.
Leggendo Patria viene spontaneo spesso prendere parte ad un gruppo idealistico oppure all’altro, sentirsi più tifosi di una famiglia rispetto ad un’altra, ma niente di ciò si protrae fino in fondo, tutti hanno torto e tutti sono indifesi e vittime.
Io personalmente non sono riuscito a non provare pietà verso ognuno dei personaggi del libro, tutti prede di una vita stracolma di dolore e dove alla fine rimane niente da reclamare, quando compare la consapevolezza di aver gettato nell’immondizia la propria vita.
Patria è un romanzo epocale che difficilmente può essere inserito in un contesto generico e settoriale, è un libro che porta in superficie e condanna almeno cinquanta anni di storia in una determinata regione della terra e che si chiude senza una soluzione né una giustificazione, o almeno credo, Euskal Herria è valso tutto questo? Cosa è cambiato?
Resta l’amarezza per come le vite degli uomini e delle donne vengono spesso maltrattate e regala forse uno spiraglio di speranza facendoci capire che con una goccia di presentimento un po’ di sofferenza si potrebbe evitare.
La vita però è una lotta, una guerra in sè e se non combatti, cosa resta da fare?

Gianmarco Andreuccetti

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