Milano 1946 – Delitti a Città Studi



Fulvio Capezzuoli
Milano 1946
Todaro
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Milano luglio 1946. Il commissario Gianfranco Maugeri, bravo poliziotto con un recente e coraggioso passato di partigiano e pertanto osteggiato e inviso al suo superiore di nostalgica fede fascista è parcheggiato suo malgrado in ufficio a maneggiare carte.

Però nella calura di un sabato pomeriggio di quella postbellica estate del 1946, si trova a dover rimpiazzare un collega, impegnato in un caso delicato, e ricevere la signorina Rosalba Attanasio, timida zitella sulla quarantina, con un buffo cappellino in testa. La signorina Attanasio è preoccupata per la scomparsa di Odessa, il suo cane, un “rumoroso” fox terrier, anzi è convinta che il vicino, un altoatesino, glielo abbia ammazzato.

Ma quando due giorni dopo la donna precipita dalla finestra di casa sua – e pare che si sia buttata in un momento di sconforto, infatti a detta della molto più giovane e bella sorella minore Carla,  Rosalba soffriva di depressione –  il commissario scopre che il cane Odessa non è mai scomparso perché le sorelle Attanasio non possedevano un cane. La povera Rosalba era completamente fuori di testa? Oppure c’è qualcosa sotto?

E infatti subito l’autopsia cambia le carte in tavola. Secondo l’anatomo patologo professor Di Bella, la morte della signorina Attanasio non è dovuta all’impatto contro il terreno del giardinetto condominiale ma a un trauma fatale e cioè a una brutta botta inferta nella parte posteriore del cranio che le ha sfondato la testa. Presunta arma del delitto con un pesante oggetto contundente: sbarra, bastone o altro simile. E zac! Il commissario Maugeri non si trova più in mano un suicidio ma un bell’omicidio.

E, con la paterna benedizione del vicequestore, tocca a lui prendere in mano il caso.

Ma i delitti spuntano come fiori in via Aselli 6, dove viveva la morta. E Maugeri scopre che anche il vicino di casa delle sorelle è scomparso. E chi è fuggito in Svizzera sotto falsa identità? Cosa si nascondeva dietro la deposizione fatta al commissariato dalla signorina Rosalba Attanasio?

Mi fermo qui perché Milano 1946 delitti a Citta Studi è un giallo di carattere, con trama polposa, che si muove con accorta destrezza in zone d’ombra della storia che non starò a svelare.

Personaggi ben delineati e inseriti con giusta misura in una Milano postbellica pesantemente ferita dai bombardamenti, quando via Fiori Chiari celava le cortine di una casa chiusa di livello, ogni giorno si dovevano fare i conti con una difficile realtà e magari bastava poco, il tuffo in una piscina appena riaperta, per regalare una vacanza a grandi e piccini.

Un applauso all’autore per la trama, per l’indovinato colpo di scena finale ma anche (e dovuto) a Tecla Dozio (al timone della collana Impronte) per aver selezionato questo romanzo che sa coniugare toni squisitamente neorealistici con un’ambientazione indovinata e che mi ricorda il miglior cinema del dopo guerra.

Patrizia Debicke

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