Narcos



Jeff Mariotte
Narcos
La Corte Editore
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Scottsdale, Arizona, 1993. Luis scappa tra la folla. È convinto che qualcuno lo stia cercando. Crede di avere riconosciuto dei sicari . E lui non si chiama veramente Luis ma Jose Aguilar ed è colombiano È passato molto tempo, ma sa di non essere al sicuro. La vendetta di El Patròn, Pablo Escobar, può arrivare da un momento all’altro, perché puoi lasciare la Colombia, ma la Colombia non lascia mai te.
Dopo questo inizio, la storia ci riporta ala passato a Medellin, nel 1981. Aguilar, figlio della classe media, si diploma alla scuola di polizia. Ha un sogno: vuole crescere i suoi figli in una Colombia libera dal suo passato di violenza e governata da leggi e giustizia. Ha il volto deturpato da un’ustione ma questo non gli ha impedito di trovare l’amore in Luisa, sua moglie.
Il suo sogno eroico di giustizia però si infrange già il primo giorno di servizio, quando capisce che il suo compagno, quello che aveva idealizzato come modello di poliziotto, è un corrotto al servizio di Escobar. Aguilar capisce subito che non è facile trovare qualcuno onesto di cui fidarsi all’interno della polizia. Don Pablo compra tutti e tutti sono pronti a servirlo. In un paese molto povero dove il divario con le classi ricche è incolmabile, Escobar si presenta come un novello Robin Hood, gira persino voce che divida i soldi con i poveri.
Aguilar si trova davanti il primo grande dilemma: reagire o adattarsi? Presto però capisce che chiudere gli occhi è la normalità, è la garanzia di una vita più sicura e agiata. Inizia così il suo viaggio verso il fondo di una spirale violenta, che inghiotte tutto. Comincia a spostare sempre più in là i suoi limiti morali. Se in un primo momento ancora qualche remora ogni tanto appare, sempre più forti sono l’adrenalina e l’eccitazione che gli provocano gli ordini di El Patròn. E poi ci sono i soldi, tanti soldi…Cosa succederà a Aguilar? Fino a che punto sarà capace di arrivare e perché nel ’93 crede che Escobar lo stia ancora inseguendo? Questo sta ai lettori scoprirlo.
Narcos è il racconto adrenalinico e violento di una caduta agli inferi. Caduta quasi inevitabile quando vivi in un paese la cui economia e le cui leggi sono dettate dal signore della droga e quando la scelta si riduce a plata o plomo, vita o morte.
Per chi ha visto la serie tv è impossibile non sovrapporre quelle immagini al racconto di Mariotte, un po’ per l’immagine di copertina e anche perché lui stesso nei ringraziamenti finali cita gli autori della serie e ringrazia per avergli concesso la possibilità di aggiungere un suo contributo personale alla storia di Narcos
Anche la scrittura e il ritmo del racconto sono molto cinematografiche,veloci e graffianti .È proprio come leggersi una puntata della serie. Ambientazione e personaggi li conoscete, basta lasciarsi trasportare. Se invece non conoscete la serie, probabilmente la guarderete dopo avere letto Narcos. L’artiglio del giaguaro.
Unica osservazione: a un certo punto del libro si parla di una conversazione al cellulare. E già un paio di pagine prima si citano i telefonini…nel 1981.

Cristina Aicardi

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