Nebbiagialla – Suzzara 2/4 Febbraio. Gli ospiti: intervista a Riccardo Landini – Non si ingannano i morti

61KVbb6VJBL._SX311_BO1,204,203,200_Riccardo Landini, emiliano, ha alle spalle ha studi classici e nel cuore la passione per Piero Chiara e per il cinema degli anni ‘70. Aggiungeremmo anche quella per le buone letture, vista la qualità delle citazioni, che punteggiano, qua e là la narrazione.
Ha pubblicato diversi romanzi fra cui Il primo inganno uscito nel 2016 per i tipi di CentoAutori, in cui appare per la prima volta il suo investigatore Brenno Sandrelli, e parecchi racconti finiti in antologie a cui hanno partecipato anche autori affermati. Non si ingannano i morti (Cento Autori) è il suo libro più recente.

Riccardo, è curioso il nome che hai dato al tuo protagonista: Brenno, il tracotante condottiero gallo, capo della tribù dei Senoni, che nel 390 a.C. sbeffeggiò i romani sconfitti gettando sul piatto della bilancia su cui si pesava l’oro del riscatto, anche la propria spada gridando “Vae victis!”, guai ai vinti!
Tu hai fatto studi classici e conosci la storia. Ci sono analogie fra l’antico guerriero e il tuo personaggio, oppure la scelta del nome ha un’altra motivazione?
In realtà Sandrelli ha ben poco del guerriero, visto che si tratta di una persona comune la cui vita si trova da tempo ad attraversare un momento di stallo, se non di vera crisi esistenziale. Il suo nome tuttavia ha un forte legame con la storia che racconto attraverso i vari episodi della serie, in quanto – come si scoprirà in futuro – suo fratello si chiama Manlio, come il generale romano che combatté contro Brenno. E, come tra quei due, anche tra i fratelli non corre affatto buon sangue a causa di un episodio molto doloroso del loro passato. Di più non voglio anticipare.

Brenno Sandrelli è un perito delle assicurazioni. In pratica dovrebbe essere un grigio impiegato che nella realtà ha l’incarico di verificare i danni alle auto dopo gli incidenti e sventare le possibili truffe alle compagnie da parte degli assicurati. Tu ne hai fatto invece un audace investigatore. Come hai avuto l’idea che, diciamolo, è piuttosto originale?
Beh, audace direi proprio di no. Brenno, se può, i guai li evita. Purtroppo sono questi che gli piombano addosso in una catena di eventi che nello srotolarsi delle varie storie si incastrano uno dopo l’altro. Il personaggio è nato così come sempre si presentano le idee all’autore: bussano e non puoi far altro che aprire loro la porta e farle entrare. Il lavoro che svolge Sandrelli peraltro è funzionale alle scelte che egli stesso compie, quale appunto quella di recuperare una macchina rubata per conto di un cliente delle agenzie di assicurazione con le quali collabora.

Il romanzo si apre con lo smembramento di un cadavere dentro una vasca di ghisa. Un omicidio cruento, commesso da un assassino jellato a cui rubano la macchina proprio mentre tenta di sbarazzarsi, gettandoli nel fiume, dei frammenti impacchettati e zavorrati. Sembra la scena di un film di Quentin Tarantino. E’ voluto l’effetto grand guignol oppure ti è venuto per caso?
La scena aveva una duplice funzione: da un lato per lasciar intuire che il probabile antagonista di Sandrelli sarebbe stato un assassino tanto sadico quanto spietato, e dall’altro per imprimere il ritmo giusto alla storia sin dalle prime pagine, in modo da avvincere il lettore e spingerlo a non mollare il libro sino alla fine.

23755317_1828484233846384_6901210174988369359_nE ha avuto successo su entrambi i fronti. Una cosa che colpisce nel tuo romanzo è che si parla con competenza e rispetto del lavoro. Perito delle assicurazioni, meccanico, infermiera, segretaria del direttore, notaio … Ogni occupazione è tratteggiata in modo realistico come se tu conoscessi a fondo diritti e doveri dei lavoratori. Tanto per dire: si parla anche di tfr, di cassa integrazione … C’è qualche rapporto fra questo e la tua esperienza personale? Oppure sei semplicemente sensibile ai problemi legati all’occupazione come tutti?
Per quasi trent’anni ho svolto la professione di avvocato e in tale veste mi sono spesso occupato di tutelare i diritti dei lavoratori in sede giudiziale. Ecco perché, tra l’altro, conosco bene anche la figura del perito d’assicurazioni avendone frequentati parecchi durante la mia vita professionale.

Le tue storie sono ambientate nella Bassa mantovana, fra splendidi tramonti e nebbie fitte come gelatina di pollo. Si capisce che ami questa terra perché spesso ti perdi in descrizioni molto efficaci. Cosa ti seduce di più? La splendida Mantova ducale oppure la sua piatta campagna a perdita d’occhio?
Più che nella Bassa mantovana, i miei romanzi sono ambientati nella Bassa tout court senza indicazioni di una provincia particolare. Tanto è vero che Sandrelli opera in una città senza nome con strade e paesi frutto in gran parte della fantasia dell’autore. Quindi è vero che le storie si collocano nella pianura Padana, ma non in un punto geografico specifico. Premesso che adoro la città di Mantova, se io fossi al posto di Sandrelli, detto da mezzo riminese quale sono, mi trasferirei volentieri in un luogo di mare.

Però l’assassino tenta di disfarsi del cadavere alla confluenza dell’Oglio con il po, nel mantovano, in un luogo preciso. Tu descrivi la strada dell’argine così bene che pare di vederla. Inoltre Claudia lavora in una clinica situata, come dice lei, “nel mantovano”. E quasi tutta l’azione si svolge da quelle parti, mentre Mantova ogni tanto compare. Inutile quindi negare: la città dei Gonzaga e i suoi dintorni li hai nel cuore.
Parliamo del casale isolato che Brenno ha scelto come propria dimora e che tenta di restaurare da anni. Esiste davvero oppure riflette semplicemente il tuo desiderio sfuggire alla confusione e di ritirarti in un luogo appartato e romantico?
Di casolari come quello che Sandrelli ha scelto di restaurare per viverci lontano dalla confusione e dall’inquinamento della città in cui lavora ce ne sono tanti, spesso abbandonati e in rovina, sparsi nelle nostre campagne. L’architettura è quasi sempre la medesima pur con qualche leggera differenza tra una provincia e l’altra. A differenza del mio protagonista, io vivo in una casa moderna e con gli impianti che funzionano, però sono inesorabilmente attratto da quel genere di edifici.

A proposito di romanticismo, c’è anche la storia di un amore che sta sbocciando nel romanzo. Lei, Claudia è una donna perseguitata da un ex marito che la terrorizza. Lui, Brenno, un uomo reduce da una separazione traumatica. Come affronta il tuo protagonista il tema dell’amore, dei rapporti con le donne e che sviluppi ci si possono attendere per la sua vita sentimentale?
Premesso che, tenendoci parecchio a parlare dei cosiddetti femminicidi e, più in generale, della violenza sulle donne, ho affrontato il tema a modo mio ovvero rivestendo una storia di queste con le caratteristiche del noir, non posso negare che Sandrelli non abbia molta fortuna con il sesso femminile. O meglio: nella prima parte della sua vita ha avuto le sue storie, più o meno importanti, compresa quella con la moglie che comunque non è finita per niente bene. Nella seconda parte, quella narrata nei romanzi di cui è protagonista, avrà modo di conoscere alcune donne con le quali tuttavia sconterà sempre gli errori commessi in passato e pagherà forse quella sua malinconica amarezza di fondo che lo porta a non godersi quasi nulla del suo presente.

Bella risposta. Direi che si adatta a moltissimi delusi dalla vita e dal’amore.
C’è una clinica psichiatrica privata in cui succede un po’ di tutto in Non si ingannano i morti, che pare esserti stata suggerita dalla cronaca. Sembri molto preparato in materia. Hai fatto studi specifici oppure, semplicemente, ti sei documentato?
Mi sono documentato come peraltro faccio sempre qualora non sia ferrato sull’argomento di cui devo trattare. Del resto il problema degli anziani non autosufficienti e di quelli con problemi di carattere mentale mi ha sempre interessato e purtroppo la cronaca – e la politica – se ne occupano solamente quando succede un fatto triste o tragico.

E’ un carabiniere corrotto a dare l’avvio al romanzo. Parli apertamente di un problema che appartiene anche alla realtà ma su cui nei noir si preferisce tacere? In altre parole, l’operato del brigadiere Maietto è una scelta precisa, diciamo “politica”, oppure era semplicemente funzionale alla storia?
La figura di Maietto, che aveva un notevole peso già nel primo romanzo della serie, è indicativa di come Sandrelli, a parte essere una persona non molto fortunata, tenda a circondarsi di persone inaffidabili. Il brigadiere era praticamente l’unico amico che gli era rimasto e ne Il primo inganno gli aveva pure salvato la vita, salvo poi tradirlo in questo nuovo capitolo. E’ forse la miglior dimostrazione di come Sandrelli viva superficialmente, racchiuso in un suo guscio di autocommiserazione che lo spinge a non rendersi conto della vera natura di chi ha accanto, dato che è troppo spesso impegnato a rammaricarsi della sua vita.

Quanto dovremo attendere per avere fra le mani una nuova avventura di Brenno Sandrelli?
Per avere un mio romanzo nuovo non occorrerà attendere molto perché ne uscirà presto uno con un’altra casa editrice. Per quanto riguarda la terza avventura di Sandrelli, spero che entro l’anno possa vedere la luce poiché, lo confesso, si tratta della mia preferita tra le sei che compongono l’intera serie. Ti posso anticipare che si intitolerà “Ingannando si impara“ e la copertina è nello stesso stile delle due precedenti. Naturalmente spetterà a CentoAutori decidere quando farla uscire in libreria.

A questo punto non ci resta che aspettare. Intanto permettici di farti i migliori auguri.
Milanonera ringrazia Riccardo Landini per la disponibilità

download (1)L’appuntamento con Riccardo Landini e Non si ingannano i morti
è a Suzzara (Mn) al Festival Nebbiagialla
2/4 febbraio.
Tutte le info al link Nebbiagialla 

 

Adele Marini

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