Nessuna ragione al mondo -Alessio Cuffaro



Alessio Cuffaro
Nessuna ragione al mondo -Alessio Cuffaro
Elliot Edizioni
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Quante fotografie possiamo allineare in una ideale galleria per raccontarci? Per far vedere agli altri, ma anche a noi stessi, come e cosa eravamo, quali progetti ci animavano, cosa siamo riusciti a realizzare, come siamo diventati, qual è la nostra identità. 
Esiste un punto ideale di crac, si chiama età di mezzo, un arco temporale di circa dieci anni tra i 40 e i 50, in cui si fanno i conti, si guardano le foto, anche immaginarie, e si rischia molto, soprattutto se ci si rende conto di essersi arresi a una vita diversa da quella sognata, una vita che è semplicemente accaduta. Ci siamo fatti condurre dall’ineluttabile normalità di scelte opportune, sensate, comode, che davano un senso di normalità, avevano una patina di buonsenso, che poi è diventata una gabbia dalla quale vorremmo uscire, ma senza avere la forza di rompere schemi collaudati, accontentandoci di piccole trasgressioni per sentirci vivi.
“Nessuna ragione al mondo”, secondo romanzo di Alessio Cuffaro, pubblicato da Elliot, prende spunto dalla scomparsa di un libraio torinese, rifacendosi a un fatto di cronaca, per viaggiare all’interno delle inquietudini, delle insoddisfazioni, dei sogni, della voglia di ribellione di due personaggi, Andrea e Sergio, amici per la pelle ai tempi del liceo, che per un evento traumatico litigano e rimangono lontani, disinteressati l’uno alla vita dell’altro per oltre vent’anni. Poi, mentre guarda distrattamente un programma televisivo, Andrea, annoiato giornalista parlamentare, scopre che Sergio è scomparso, solo che adesso si chiama Daniele. Perché la scelta di vivere sotto falso nome? Cosa è successo a Sergio in questi anni? E perché è scomparso? È una sua scelta o gli è accaduto qualcosa?
Partendo da queste domande, Andrea si trova a ripercorrere la sua gioventù, la sua amicizia con Sergio, il motivo della lite, la storia con Aurora, la ragazza libera e fuori dagli schemi, ma soprattutto scopre come scomparire possa rimettere tutto in discussione rispetto all’identità, alla reputazione e all’idea che gli altri hanno di una persona. L’impostura, come le bugie, è una raffinata rappresentazione in cui non entrano in gioco soltanto le parole e i gesti dell’impostore o del bugiardo, ma tutta la sua vita. In un equilibrio fragile, ma semplice, difficile e facile al tempo stesso: occorre essere sempre concentrati, avere ottima memoria ed evitare di dare qualcosa per scontato, tutto deve essere sempre costantemente valutato, esaminato e gestito. Poi, tutto sommato, sono gli altri che ti vedono come vogliono. 
Ma Cuffaro va oltre e, in fondo, ci chiede: vi basta una sola vita? O meglio, non avreste voglia di vivere più vite, avere più identità? Soprattutto se siete in quella età di mezzo in cui i desideri sono rimasti intatti, soltanto sepolti dalla quotidianità accomodante, adeguata, giusta? E pensate di meritarla l’occasione di dimostrare, soprattutto a voi stessi, che siete in grado di rompere gli schemi, di poter reggere l’impatto di una decisione che vi permetta di uscire dalla gabbia dorata, che comincia a scrostarsi?
Il romanzo, in un’altalena costante tra ricordi e indagine del presente, non pone soltanto domande, dà risposte che a volte sono autentici schiaffi, perché la frustrazione lavorativa, l’inerzia vitale, le stanche relazioni amorose alternate a botte di vita, sono pezzi importanti della quotidianità dei nostri tempi. Mentre il lettore si addentra nella storia e nella ricerca dell’amico scomparso, Cuffaro mette sul piatto frammenti di vita reale, citazioni di episodi realmente accaduti, quasi a voler legare chi legge alle sue responsabilità, a costringerlo a fare i conti con se stesso, con i suoi sogni traditi, procedendo di pari passo con i protagonisti della vicenda, che in alcuni passaggi assume toni paradossali, ma anche cinici. E, proprio per questo, risulta perfettamente credibile. 

Michele Marolla

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