Nhan Bu – La scuola dello stagno



umberto maggesi
Nhan Bu
mursia
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Fa piacere riscoprire la vena esotico-avventurosa negli autori italiani, soprattutto i giovani che, in una stagione letteraria dominata dal noir, dal minimalismo psicologico, dall’insoddisfazione, sembravano incapaci di guardare oltre la coltre grigia dello smog.
Umberto Maggesi è uno scrittore con qualche buona esperienza alle spalle e una notevole versatilità come testimoniano anche vari suoi racconti apparsi un po’ erraticamente sulla rete o sulla carta stampata. Gioca qui una carta importante, quella del romanzo scritto con la passione oltre che con l’inventiva.
Nhan Bu- la scuola dello stagno è, infatti, una storia che, con il suo autore ha molto in comune. Umberto è praticante e insegnante di Quan Ki Do, arte marziale vietnamita codificata dal maestro Tong agli inizi degli anni 80 ma con una tradizione millenaria alle spalle forse non molto conosciuta in Italia ma praticata con passione da molti anni. Chi frequenta l’ambiente di certo la conosce..

L’avventura del giovane Bu ammesso ai rigori di una scuola tradizionale di arti marziali vietnamite è un percorso iniziatico, una storia di formazione e non solo guerriera. L’arte marziale, in ogni sua forma, non è mai solo un metodo per “riempirsi di calci” ma l’espressione della cultura che l’ha generata e del popolo che la pratica. Particolarmente interessante quindi la proposta di una vicenda che fa scoprire a un vasto pubblico- che magari pensa alle arti marziali solo come a prodotti cino-giapponesi- una tradizione differente, vivissima. Nelle pagine del romanzo trasuda tutta la passione di Umberto non solo per la sua disciplina ma anche per la cultura del Vietnam, la filosofia che impregna ogni singola lezione che il giovane Bu apprende. Ma non si tratta solo di una storia di “scuole rivali”. Nhan Bu- la scuola dello stagno è solo un primo gradino- di per sé autoconclusivo ma sicuramente legato a un seguito proprio come il raggiungimento di un grado marziale- di un’epopea più ampia che s’intreccia con la Storia del Vietnam.

Incombono le invasioni -fallite- dei Mongoli; i tornei marziali tra giovani sono solo un preludio a più grandi avventure e il lettore intuisce che ritroverà in futuro il giovane Bu impegnato in altre e ancor più drammatiche tenzoni.
Una lettura piacevole, per tutti, non solo praticanti,condotta con una mano sicura, una fraseggiare rapido,con una grande capacità di visualizzare le situazioni, quasi cinematografico.
Un libro che, se proprio vogliamo, avremmo preferito vedere con una copertina meno esplicita, meno da manuale tecnico e più da romanzo perché di questo si tratta. Aspettiamo con il piacere dei vecchi lettori salgariane, la prossima puntata.

Stefano Di Marino

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