Enrico Brizzi

Ospite della biennale del libro di viaggio di Arona, Enrico Brizzi ha rilasciato un’intervista a WhiteSide, l’anima candida di MilanoNera.

Il luogo di nascita di Enrico Brizzi è stato a lungo oggetto di discussione. Spesso gli viene chiesto dove è nato, sembra molto importante sapere se è nato in Italia o in Francia per una sorta di mentalità localistica. Enrico Brizzi è nato a Bologna dove tuttora risiede, sebbene agli inizi della carriera – per vivacizzare un po’ la sua biografia – vene scritto che era nato a Nizza.
Ha esordito nel 1994 con enorme successo con Jack Frusciante è uscito dal gruppo, tradotto in varie lingue e dal quale è stato tratto un film.
Da alcuni anni si è scoperto grande camminatore. La sua prima impresa è stata la traversata dell’Italia in larghezza, dal Tirreno all’Adriatico, intrapresa con l’intento di scrivere una guida turistica e dalla quale è poi nato il libro Nessuno lo saprà – viaggio a piedi dall’Argentario al Conero (Mondadori 2005).
Il successivo viaggio a piedi tra la fine di aprile e l’inizio di agosto 2006 da Canterbury a Roma, sulla via Franchigena è stato intrapreso per realizzare un servizio in 5 puntate per l’Espresso, solo nelle ultime settimane di cammino è nata l’idea di realizzare Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro.

Enrico Brizzi consiglia a chi volesse percorrere anche in parte gli itinerari da lui percorsi, di partire con amici fidati e ben compatibili di carattere, meglio ancora da soli, in quest’esperienza non c’è niente di estremo. Consiglia di portare con sè pochissime cose, nel preparare lo zaino bisogna pensare a come si vorrebbe essere vestiti sotto la pioggia o quando fa molto freddo. Indispensabili per lui sono stati i sandali da indossare la sera, e i libri da non lasciare per strada. I libri che gli sono piaciuti diventano per lui uno strumento di lavoro.
La vita di Enrico Brizzi attualmente è fatta di scrittura e di cammino.

Oltre a scrivere, porta in giro il libro in reading musicali con il gruppo Frida X, alla moda degli antichi cantastorie quali Omero. Nel suo futuro al momento non ci sono progetti ben definiti. Attende solo di arrivare al 23 luglio, quando finirà il tour, per potersi riposare e dedicare alla famiglia e alle tre figlie, una di tre anni e due gemelle di due anni. Non ha ancora in mente un nuovo percorso.

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere.

Avrei voluto scrivere Sonata a Kreutzer di Leone Tolstoj, non avrei voluto scrivere nessuno dei miei libri.

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?

Sono un fuoriclasse e non penso di dovere spiegare perchè

Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare.

Alzate l’architrave carpentieri e Seymour, di Jerome D. Salinger

(Ican get no) satisfaction dei Rolling Stones

Animal House di John Landis

Si può vivere di sola scrittura oggi?

Si, non è semplice. Per quel che mi riguarda, si.

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?

Moderatamente contrario, le cose che ho imparato mi sono tutte state insegnate singolarmente. Ai ragazzi che mi chiedono consigli, insegno a uno per volta. Come per la magia, bisogna essere al massimo in due.

Tu hai visto la trasposizione cinematografica di un tuo libro: che effetto ti ha fatto? E’ vero che nel passaggio fra la carta e la pellicola si perde qualcosa?

Un effetto di estraneità. Nel passaggio tra carta e pellicola si perde l’innocenza.

ambretta sampietro

Potrebbero interessarti anche...