Genova sullo sfondo: con il suo dedalo di Caruggi, il porto vecchio e quello marittimo, il centro storico e l’eco dei fatti del G8, che non cessa mai (ed è bene così, perché non bisogna dimenticare). E poi un commissario, pardon, vice questore aggiunto, omosessuale. Paolo Nigra: il vero motore del romanzo. Gira la città in sella alla sua Guzzi, pratica Tai-Chi, ha un compagno che fa l’attore. Una quarta di copertina azzeccata: un protagonista dal fascino spiazzante, una città seducente e inquieta; un giallo intrigante e sorprendente. “Nuvole barocche” di Paolacci&Ronco (Piemme, 329 pagine) è certamente da acquistare, leggere e poi depositare nel nostro scaffale di genere dove raduniamo il meglio. Non è roba da restituire al Libraccio, insomma. A dicembre, scommettiamo?, lo ricorderemo anche come uno tra i 5 migliori gialli italiani dell’anno. Nigra e la sua squadra indagano sull’omicidio di uno studente universitario della “Genova bene”. Il cadavere viene ritrovato con addosso un cappotto rosa. Un cappotto che il giovane aveva indossato la sera prima ad un raduno. La pista seguita, manco a dirlo, è quella omofoba. “Nuvole Barocche” è un libro che è anche uno spaccato d’Italia e che per i temi che tratta -e, soprattutto, per come li tratta- dovrebbe esser letto da Salvini e compagnia bella. E’ pure un grande caleidoscopio umano: c’è la poliziotta che fuma la pipa, per esempio, e il collega ipocondriaco. “Nuvole barocche” è ricco di citazioni colte: musicali (De Andrè, che dà il titolo, ma non soltanto lui), letterarie (da Dureenmatt a Michele Mari), cinematografiche (fa capolino l’ispettore Coliandro di Lucarelli). E c’è tanta Genova. E’ la prima indagine di Paolo Nigra. Ne seguiranno certamente delle altre. E, perché no, una serie tv. Infine: bella copertina. Se fosse una canzone questo romanzo suonerebbe come “I tuoi bellissimi difetti” de La Municipàl. Voto: 8 e mezzo.
Nuvole barocche
Alessandro Garavaldi